200 deputati italiani chiedono la destabilizzazione dell’Iran, in prima linea Fratelli d’Italia che tratta con gli ex terroristi

“Chiediamo alla comunità internazionale di sostenere il popolo iraniano nei suoi sforzi per cambiare la grave situazione in Iran e di compiere passi decisivi contro l’attuale regime.

Tra queste azioni, l’inserimento nelle liste dei gruppi terroristici del Corpo dei Pasdaran (Irgc) e la chiusura di ambasciate iraniane coinvolte nel sostegno ad attività terroristiche”.

E’ quanto contenuto in una dichiarazione firmata da 204 deputati italiani appartenenti alle diverse forze politiche a sostegno della rivolta del popolo iraniano nella quale si chiede di adottare una nuova politica nei confronti dell’Iran.

L’appello – sostenuto dal Comitato Interparlamentare per un Iran Libero presieduto dal senatore Giulio Maria Terzi e dall’onorevole Emanuele Pozzolo – rientra tra le iniziative della rappresentanza del Consiglio Nazionale della Resistenza dell’Iran (Cnri) in Italia, anche in vista del Congresso annuale della Resistenza iraniana del prossimo primo luglio, quando gli iraniani da tutta l’Europa prenderanno parte a una grande manifestazione a Parigi a sostegno del desiderio del popolo iraniano di porre fine alla dittatura teocratica e instaurare una Repubblica democratica.

La dichiarazione esprime il suo sostegno alla piattaforma in 10 punti della presidente del Cnri, Maryam Rajavi, per il futuro dell’Iran, “nel prefigurare libere elezioni, libertà di pensiero, di parola e di riunione, abolizione della pena di morte, uguaglianza di genere, separazione della religione dallo stato, autonomia delle diverse nazionalità presenti nel Paese e abbandono del nucleare. Questi sono gli stessi valori che difendiamo nei Paesi democratici”, si legge in una nota.

Ma chi è Maryam Rajavi? Chi è questa opposizione iraniana? Cos’è il Cnri?

Bene, il Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana  è un’organizzazione e coalizione politica fondata nel 1981, legata ai Mojahedin del Popolo Iraniano (Mojahedin-e Khalq), che si proclama parlamento e governo in esilio della resistenza in Iran al regime islamico.

I Mojahedin, per anni, sono stati considerati un organizzazione terroristica dall’Unione Europea ed oggi sono il simbolo dei paladini delle donne che non vogliono usare il velo. Ma siamo sicuri che sia così come ci raccontano? Non direi e vi racconto perchè…

A marzo, proprio il senatore Giulio Maria Terzi e l’onorevole Emanuele Pozzolo si sono recati in Albania per l’incontro internazionale dei Mojahedin del Popolo Iraniano e in quell’occasione sui social, i due, hanno pubblicato foto dell’evento.

Dalle foto inequivocabilmente, si vedono le donne tutte vestite uguali e tutte con il velo. Ma le proteste nate in Iran non nascono proprio dall’esigenza delle donne di non usare il velo? e come mai gli oppositori del governo iraniano, oggi tanto osannati dall’occidente e da Fratelli d’Italia, hanno imposto alle donne un abito uguale e tutte con il velo?

Fratelli d’Italia ha anche lanciato una campagna social in sostegno a Maryam Rajavi e al movimento ex terrorista dei Mojahedin del Popolo.

 

 

 

 

Di Simone Spiga

Direttore di ReportSardegna24

 

 

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