Il 26 maggio 2023, la Fisi ha proclamato uno sciopero generale contro il Piano nazionale di vaccinazione ed il green pass base, per il reintegro dei radiati e sospesi dal servizio per inottemperanza agli obblighi vaccinali, per la certezza di cura e di assistenza gratuita a tutti i danneggiati da vaccino e per lo stop alle armi.
La dichiarazione di stato di agitazione (18 aprile 2023) e la dichiarazione dello sciopero generale (24 aprile 2023), hanno fatto recedere parzialmente il Governo sull’utilizzo dei tamponi per chi si ricovera in strutture sanitarie o arriva in pronto soccorso.
Dalle scelte governative i tamponi saranno fatti solo ai sintomatici.Decade , in molti casi, anche l’obbligo delle mascherine, Infatti, come già abbiamo precedentemente detto più volte, uno studio del St George’s Hospital di Londra ha concluso che le mascherine non hanno fatto «nessuna differenza significativa» sui tassi di trasmissione di Covid-19 negli ospedali. Quando infatti nel Regno Unito è stato rimosso l’obbligo nelle strutture sanitarie durante l’ondata di Omicron, le infezioni non sono aumentate. Precisano però i ricercatori, che i risultati dello studio, non significano che mascherine siano «prive di valore», ma che servirebbero sull’argomento politiche «razionali e proporzionate» negli ospedali durante le future riacutizzazioni di COVID perché i benefici sono «nella migliore delle ipotesi, modesti».
Ancora nessuna risposta , invece, sul fronte dei radiati dal servizio e dei sospesi per aver contrastato in maniera legittima un obbligo anticostituzionale. Per tali motivi la FISI (Federazione Italiana Sindacati Intercategoriali) ha proclamato per l’intera giornata del 26 maggio 2023 uno sciopero generale. Le motivazioni addotte allo sciopero attengono a numerose problematiche:
- N.P.V. (Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale) in cui si ripete una condizione di obbligo di vaccinazione per determinate categorie di lavoratori che genererebbe un impedimento lavorativo grave ed in contrasto con la Costituzione. La FISI chiede l’abolizione di ogni obbligo diretto ed indiretto
- La FISI chiede il ripristino della libertà di accesso per gli utenti ed i visitatori senza alcun passaporto verde.
- la commissione di inchiesta bicamerale sulla gestione del COVID stenta a decollare a causa delle frizioni tra le Regioni ed il Governo che, evidentemente, sanno che molte delle colpe ricadono su di loro che hanno imposto lock – down inutili , limitando le libertà degli Italiani e che hanno tagliato negli anni l’assistenza sanitaria. Su tale fattispecie la FISI chiede verità e giustizia per chi ha dovuto subire una sanità clientelare che ha inciso profondamente sull’assistenza sanitaria ed ha cagionato un indice di mortalità di molto superiore alla media europea.
- che, ancora, tuttora insiste la problematica del personale radiato e sospeso dal servizio ingiustamente per aver avuto il coraggio di elevare dubbi su di una pratica (quella vaccinale) che non solo si è dimostrata poco efficace, ma, addirittura in molti casi dannosa e su cui – a medio e lungo termine – sussistono seri dubbi per la salute dei cittadini. Su tale fattispecie la FISI chiede l’annullamento di tutte le sanzioni che hanno determinato la radiazione dagli Ordini professionali, il riconoscimento degli stipendi a chi è stato sospeso per non aver accettato ricatti. Uno Stato democratico che voglia denominarsi tale non ricatta i cittadini e le loro famiglie.
- che la grave situazione economica, che sta influendo negativamente sugli stipendi degli italiani e sui costi delle materie prime, dell’energia e limitando le esportazioni del Made in Italy, riducono il potere di acquisto dei salari e sono frutto di scelte scellerate del precedente Governo che – per la annosa (dal 2014) controversia internazionale tra la Russia e la Ucraina sul tema del Donbass sta contribuendo all’escalation militare internazionale. Infatti, l’Italia sta fornendo armi e quant’altro necessario ad un paese non U.E., arrivando finanche ad accettare in modo passivo la presenza di soldati esterni al conflitto ed alle parti sul territorio fronte della battaglia e che potenzialmente innesca, o può innescare, un coinvolgimento ulteriore delle parti e della NATO e con essa dell’Italia. Il tutto in contrasto con la nostra Costituzione che testualmente recita: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali…” Su tale fattispecie la FISI chiede il blocco dell’invio di ogni tipologia di armi alle parti in quanto per loro natura non “difensive”, ma “offensive” ed il ripristino di tutte le relazioni diplomatiche con l’Ucraina e la Russia rafforzando tutti i tentativi in essere per addivenire ad una ipotesi di pace tra le parti.
- perché non vi è la certezza di cura e di assistenza gratuita per tutti i cittadini che lamentano (anche in assenza di correlazione certa) danni da vaccino e che hanno esitato limitazioni lavorative e di vita. Su tale fattispecie la FISI chiede l’istituzione di ambulatori territoriali specifici per la cura dei danni da vaccino, e il riconoscimento formale e sostanziale dell’invalidità.
Sono previste manifestazioni in diverse città italiane tra cui anche Cagliari ove, a partire dalle ore 11, si terrà un raduno degli scioperanti, dei cittadini consapevoli, di decine di associazioni, comitati, partiti politici e gruppi apartitici in P.zza Palazzo al n. 4, esattamente nel piazzale fronte Cattedrale di Cagliari.