28 aprile di lotta contro la Nato e le basi militari, la lettera di Sardinnia Aresti

Quest’anno, insieme ad altri gruppi, collettivi ed organizzazioni attive contro l’occupazione militare, abbiamo deciso di festeggiare il 28 Aprile con una manifestazione contro l’aeroporto di Decimomannu. Al momento dell’indizione della manifestazione, i carri armati e i soldati non avevano ancora invaso l’isola. Nonostante sapessimo dell’inizio dell’esercitazione Noble Jump23, non ci aspettavamo lo sbarco di un così imponente contingente militare, che ha reso la manifestazione un momento ancora più significativo.

Speravamo che l’escalation dell’ultima settimana incrementasse la partecipazione in piazza, ma così non è stato. Possiamo dirci soddisfatti/e di come è andata. Anche se con numeri ridotti, la buona partecipazione giovanile e la determinazione di non farsi intimidire dall’atteggiamento muscolare della polizia, ci fanno ben sperare per il futuro, consapevoli che la lotta contro l’occupazione militare è un percorso lungo e tortuoso, fatto di alti e bassi. Siamo convinti/e ed è questo che ci dà la forza di continuare ad organizzare delle giornate come questa, che il conflitto tra Esercito italiano e popolazione sarda non sia risolto, che la quiete della convivenza – non sempre pacifica – può saltare.

Per questo il 28 Aprile eravamo in piazza a Villasor e abbiamo provato, nonostante gli argini e le recinzioni decisi dalla Questura, a raggiungere le reti della base, come abbiamo fatto in passato e come continueremo a fare. La polizia ha fatto il suo solito mestiere, quello di reprimere, a difesa di interessi profumati. Ma ciò nonostante ci abbiamo provato, avvicinandoci fisicamente alle reti e oltrepassandole con i razzi nautici, per bloccare il traffico aereo della base. Abbiamo assistito a due atterraggi di mezzi pesanti, ma per tutta la durata della manifestazione i caccia non si sono fatti vedere sulle nostre teste. Solo l’incessante rumore dell’elicottero.

Un’altra giornata è andata, un’altra giornata che ci da dei buoni spunti di riflessione per capire come proseguire. Consapevoli che queste giornate sono solo dei piccoli contributi che cercano di radunare e rendere manifesta un’ostilità, auspichiamo che le iniziative e le prese di posizioni, di qualsiasi genere, contro il sopruso che stiamo vivendo, si moltiplichino e diffondano. Il mese che abbiamo davanti è pieno di occasioni.

Sardinnia Aresti

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