La Regione ricorda Enrico Berlinguer, storico leader del Pci, a quarant’anni dalla scomparsa.
“La lezione della storia: 1984-2024 | 40 anni senza Berlinguer”, è il titolo dei due eventi.
Oggi pomeriggio prima tappa a Cagliari all’auditorium di Sa Manifattura, poi il 12 dicembre a Sassari, nell’auditorium provinciale, in via Monte Grappa.
Commosso il ricordo di Gavino Angius, sassarese, classe 1946, uno dei giovani dirigenti del Pci promossi da Berlinguer.
“Quando morì – ha raccontato – ci fu il pianto di tante persone. Mi ricordo che c’era Pertini, era rimasto sempre in ospedale.
Venne anche Craxi. Quando morì il primario non parlò di morte o di scomparsa, parlò di cessazione degli impulsi elettrici. A Padova c’erano dolore e sgomento. Il feretro passò per 35 chilometri in mezzo a due ali di folla sotto l’acquazzone. Ma io mi ricordo questa scena: sei operai di Marghera che avanzarono tra la folla. E dissero: ‘portiamo noi Berlinguer sull’aereo’.
Tutti rimasero allibiti. Era il loro omaggio a Berlinguer”. Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, ha parlato di questione morale, tanto cara al segretario comunista: “Ora noi diamo per scontato che ciò che è pubblico è dei partiti, invece non è così. I partiti sono delle associazioni private. E invece occupano la Rai”. Il politico? “Non deve essere un tecnico – ha chiarito il giornalista – ora non c’è più distinzione tra politica e amministrazione. Questo governo ha combinato dei disastri. L’autonomia differenziata è stata appena devastata dalla Corte Costituzionale, questo dimostra come è stata realizzata”.
Durante l’evento è stato sottolineato il coraggio di Berlinguer di dire no a Mosca. “In quel momento – ha rievocato cordato la presidente delle Regione Alessandra Todde – era difficile. E lui ha detto no a Breznev: ha detto, perché era un politico preparato anche a capire la realtà che lo circondava, che voleva un comunismo che si potesse esprimere liberamente”.