“7 dicembre: resistiamo a guerra e Ddl Sicurezza”, corteo a Milano

Il 7 dicembre una serie di realtà, collettivi e associazioni hanno promosso una mobilitazione contro il ddl sicurezza e per fermare la guerra, ecco la piattaforma rivendicativa:

1. Sul fronte interno: contro il DDL Sicurezza
Dopo due anni, il governo Meloni con il DDL 1660 Sicurezza vuole restringere diritti e libertà. Si tratta di un provvedimento che, se approvato, renderà ancora più difficile opporsi alle politiche antisociali e discriminatorie di questo governo che prosegue con la criminalizzazione della povertà, del pluralismo di genere, della diversità di origine o background culturale. Si tratta di un provvedimento che reprime il dissenso e le lotte per il lavoro, il diritto alla casa, l’autodeterminazione delle donne e delle persone LGBTQIAP+, contro i sistemi penitenziari e i CPR e contro le politiche belliciste e coloniali, contro il genocidio a Gaza e tutte le guerre. Inoltre, questo DDL è la restrizione di tutti gli ambiti di esercizio della libertà individuale e rappresenta un grosso peggioramento delle politiche di controllo sociale e repressione politica, mai praticato nel nostro paese dalla liberazione dal nazifascismo.

2. Fermiamo il genocidio e la guerra
Dopo 76 anni di colonialismo e apartheid, il genocidio del popolo palestinese prosegue, con la totale complicità ideologica, economica, logistica e bellica dello Stato italiano. La stessa mano e la stessa regia stanno portando la guerra in Libano, Siria, e Yemen. In Congo, in Sudan e in tutti gli altri scenari di guerra silenziosa o silenziata l’orrore prosegue.
La guerra è la migliore garanzia dello status quo, la negazione di ogni possibile transizione, a partire da quella ecologica.
La guerra ha bisogno di un’economia conseguente, come quella rappresentata dalla nuova manovra finanziaria che taglia salute, istruzione e welfare per aumentare i fondi alle spese militari, calpestando quanto sancito dalla costituzione nata dalla resistenza. Il DDL sicurezza servirà ad arginare le conseguenze sul piano sociale.

3. Ma quale Unità Nazionale?
Questo Governo ci vuole chiamare all’Unità Nazionale sotto la bandiera della nazione-fortezza dove solo chi è bianco è legittimato ad avere voce, sotto le norme di genere e la fermezza dell’ideologia e della tradizione. Il razzismo di Stato, i lager in Albania, gli attacchi al diritto all’aborto, alle famiglie omogenitoriali, alla GPA e all’autodeterminazione delle persone trans*, le nuove linee guida per l’insegnamento dell’Educazione Civica e la riforma Valditara del cinque in condotta, gli abusi psichiatrici del DDL Zaffini ne sono solo gli ultimi dispositivi attuativi.
Lo Stato di guerra è la gerontocrazia che trema di fronte ai Sud del mondo, alle generazioni giovani, migranti, diasporiche, queer e non conformi, portatrici di desiderio ed energia trasformativa che mettono in crisi i privilegi bianchi e patriarcali, imponendo di ripensare l’idea stessa di cittadinanza.

4. Resistiamo!
Senza che ce ne rendiamo conto ci stanno chiudendo in una gabbia da dove sarà difficile immaginarsi un altro mondo possibile. Noi resistiamo! Supportiamo le resistenze palestinesi e costruiamo la resistenza qui ed ora: c’è bisogno di nuov* partigian*! Vogliamo dare corpo e voce al rifiuto del decreto sicurezza e delle misure liberticide, della guerra, del genocidio in corso da un anno in Palestina. Vogliamo costruire Resistenza e un altro mondo di libertà e dignità.

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