Otto detenute che hanno partecipato a un corso di sartoria, tenuto gratuitamente dalla stilista Emma Ibba nella sezione femminile della Casa Circondariale di Cagliari-Uta, hanno ricevuto, ieri mattina, alla presenza del Direttore Marco Porcu, della responsabile dell’Area Educativa Giuseppina Pani, di Maria Grazia Caligaris, Rina Salis e Anna Lusso di SDR, il primo attestato di partecipazione. Promosso dall’associazione “Socialismo Diritti Riforme ODV” per offrire un’opportunità di formazione, il corso, articolato in tre fasi, si concluderà nei prossimi mesi con il confezionamento di un capo di abbigliamento, a scelta dalle detenute. Con il primo degli attestati, ottenuto anche in seguito a una prova pratica, le allieve hanno appreso la conoscenza dei tessuti e il loro utilizzo, l’imbastitura e l’utilizzo delle macchine lineare e tagliacuci. Come si eseguono le cuciture e le rifiniture.
Il programma – ha spiegato Emma Ibba – si è svolto tenendo conto di diversi fattori, a partire dalle capacità innate. Il percorso è stato soddisfacente e ha permesso loro di apprendere le basi di un mestiere artigianale che, soprattutto negli ultimi tempi, è molto ricercato anche nelle case di moda e nelle grandi sartorie. Conoscere l’arte sartoriale può offrire diverse opportunità di lavoro. La consegna dell’attestato conclude solo una prima tappa del progetto che proseguirà nei prossimi mesi. L’intento, oltre a occupare il tempo in modo utile e finalizzato a imparare i rudimenti di un mestiere, è anche quello di far apprezzare il lavoro e accrescere il senso di collaborazione, apprendere a lavorare in equipe”.
“Il nostro Istituto – ha sottolineato il Direttore Marco Porcu – è impegnato a offrire corsi di tirocinio formativo alle detenute che spesso, per diversi fattori ed in particolare per il loro esiguo numero, sono di difficile organizzazione. In quest’ottica le attività trattamentali come quella proposta hanno un grande valore”.
“Il progetto della stilista Emma Ibba – ha aggiunto Giuseppina Pani – contribuisce in modo sostanziale a quello che è lo scopo rieducativo del carcere. Non si tratta semplicemente di “passare il tempo fuori dalla cella” ma di far condividere momenti di crescita anche professionale insieme al rispetto delle regole”.
Soddisfazione è stata espressa dalle detenute che hanno apprezzato l’approccio all’attività e le finalità. Nell’occasione sono stati anche presentate le altre iniziative in fase di definizione.
“L’associazione – ha aggiunto Maria Grazia Caligaris presidente di SDR ODV – guarda con particolare favore e sostiene le iniziative culturali che possono mitigare la perdita della libertà favorendo l’attivazione di corsi professionalizzanti, che anche con pochi mezzi possono offrire concrete prospettive di lavoro dopo il carcere a donne che, seppure private della libertà, si sentono parte attiva nella loro riabilitazione sociale”.