Un esproprio simbolico contro la speculazione energetica in Sardegna.
A metterlo in atto, oggi, sono stati gli indipendentisti di Sardigna Natzione, Entula e Unigcom.
L’azione dimostrativa è stata attuata nella zona industriale di Porto Torres, vicino a Monte Rosè: qui gli attivisti hanno recintato a scopo di esproprio un impianto eolico di una multinazionale.
Gli indipendentisti hanno accompagnato la protesta con un documento nel quale, dopo aver ricordato che da “decenni denunciano il pericolo rappresentato da un’invasione incontrollata, autorizzata dallo stato italiano, di impianti eolici e fotovoltaici, a vantaggio esclusivo delle multinazionali e della strategia energetica dell’Italia”, chiedono “che gli impianti già costruiti e già in produzione, di proprietà di società speculative e multinazionali di tutto il mondo, vengano espropriati dal popolo sardo, utilizzando anche le previsioni dello statuto, come già proposto anche da diversi tecnici e comitati popolari, per ottenere una transizione energetica che vada in contrasto con la politica coloniale”.