L’Assemblea regionale di Sinistra Italiana Sardegna che si è riunita nei giorni scorsi conferma con forza il pieno sostegno alla Giunta guidata dalla Presidente Alessandra Todde.
“Nell’assemblea degli iscritti ed iscritte, svoltosi ad Oristano si è affrontato in particolare il tema della transizione energetica e delle sue implicazioni per l’Isola. A tal riguardo Sinistra Italiana ribadisce la necessità epocale di una massiccia conversione ecologica del modello produttivo e dunque della transizione verso forme di produzione di energia rinnovabile e pulita, quindi la totale opposizione alle più reazionarie teorie negazioniste, a modelli energetici superati e fortemente impattanti sulla salute delle persone”, scrivono in una nota i referenti del movimento Christian Locci, Liliana Golosio e Michele Piras.
“Il diritto e dovere da parte delle forze politiche democratiche, autonomiste e progressiste che governano la Regione di combinare l’obiettivo della transizione energetica con una politica consapevole di tutela del nostro paesaggio costiero e interno, del patrimonio naturalistico, archeologico e identitario, che è “bene comune” di tutto il popolo sardo e non proprietà privata di multinazionali e fondi di investimento”- prosegue la nota – “L’urgenza di superare la condizione di sostanziale anarchia nella quale finora si è svolto un vero e proprio tentativo d’assalto al territorio sardo, individuando giusti vincoli, regole, aree idonee e costituendo l’Agenzia sarda per l’energia, come positivamente si sta lavorando a determinare in Consiglio regionale e nel lavoro di Giunta”.
“L’obiettivo di contribuire fattivamente alla transizione energetica imponendo una clausola sociale netta, ovvero che non sia la parte più fragile della società a pagarne il prezzo e dunque che sia innanzitutto chi più ha inquinato, sfruttato e contaminato il territorio a risarcire la collettività e ad investire in nuove e più sostenibili tecnologie”, scrivono ancora i dirigenti di Sinistra Italiana Sardegna – “La necessità che la transizione avvenga in un contesto democratico, col pieno coinvolgimento dei cittadini”.
“La opportunità di un approccio scientifico e di prospettiva nel processo di definizione del fabbisogno energetico dell’Isola, che non può limitarsi a fotografare l’esistente – tantomeno se si considera la sopravvivente dipendenza dalle centrali a carbone – ma deve poter essere collegata alle giuste ambizioni di sviluppo economico futuro della Sardegna, dunque all’auspicabile maggiore richiesta di energia che potrebbe esserci, sia per le utenze domestiche che per il tessuto produttivo, nel prossimo trentennio. In tal senso è positiva l’intenzione manifestata dalla Giunta regionale di mettere mano, finalmente, al Piano Energetico”, scrivono ancora.
A conclusione il movimento chiede: “La messa in campo di un vasto piano di incentivi regionali, come già annunciato dalla Presidente della Regione, per favorire la costituzione delle Comunità energetiche, oltre che forme più efficienti e avanzate di autoproduzione e autoconsumo nelle aziende, nelle case private, negli edifici pubblici”.