“Non un soldo pubblico ad una associazione il cui presidente incita a radere al suolo Gaza!”, inizia così il testo della petizione online promossa a livello nazionale indirizzata al Presidente della Regione Sardegna e del Consiglio Regionale.
“Con la presente, i firmatari desiderano esprimere la loro profonda indignazione per l’utilizzo di risorse pubbliche da parte della Regione Sardegna per finanziare attività e associazioni che promuovono posizioni discriminatorie e incitano all’odio. In particolare, ci riferiamo alle dichiarazioni pubbliche di Mario Carboni, Presidente dell’Associazione Chenàbura di amicizia Sardegna-Israele e rappresentante della Federazione Associazioni Italia-Israele, che hanno suscitato giustamente sconcerto e riprovazione.
Le parole di Carboni, riassunte nel titolo di un ormai famoso post social “Gaza delenda est” (Gaza deve essere distrutta), evocano la distruzione totale della Striscia di Gaza.
In queste dichiarazioni pubbliche il signor Carboni afferma tre concetti che offendono il senso di giustizia e pace dei sardi:
“La popolazione di Gaza è stata complice attiva e lo è ancora, e continua a coprire i combattenti di Hamas e probabilmente custodisce molti prigionieri nelle loro case o fungono da vivandieri.”
Gli abitanti di Gaza sono complici dei rapimenti perché sono “islamisti sino al midollo.”
“Sino a quando non libereranno prima di tutto questi bambini e si arrenderanno, Gaza merita di essere rasa al suolo come i sovietici fecero con la Berlino di Hitler, rendendo possibile una ricostruzione e una auspicabile riorganizzazione amministrativa e sociale.”
Queste affermazioni risultano incompatibili con i valori democratici e il rispetto dei diritti umani fondamentali. Come firmatari, ci opponiamo fermamente a ogni forma di violenza indiscriminata contro la popolazione civile e ribadiamo la nostra posizione contraria a ogni atto che possa configurarsi come genocidio. Crediamo inoltre nel diritto del popolo palestinese alla liberazione integrale, al ritorno dei profughi e alla fine dell’occupazione militare e coloniale.
In Sardegna vivono, lavorano e studiano non solo numerosi palestinesi, ma anche molteplici cittadini musulmani impegnati in diverse attività fondamentali. Dichiarazioni simili, provenienti da personaggi pubblici a capo di associazioni finanziate con risorse pubbliche, minano la convivenza pacifica e alimentano divisioni ingiustificabili.
Pertanto, chiediamo alla Regione Sardegna di:
Verificare l’utilizzo dei finanziamenti pubblici concessi all’Associazione Sardos Pro Israele e ad altri enti associati al signor Mario Carboni.
Sospendere immediatamente ogni contributo economico destinato a tali organizzazioni, qualora emerga un utilizzo non conforme ai principi democratici e costituzionali.
Promuovere un dibattito pubblico sull’impiego dei fondi regionali, garantendo che siano destinati ad attività che favoriscano la coesione sociale, il rispetto reciproco e la pace.
Le risorse pubbliche della Sardegna devono essere utilizzate per costruire ponti tra i popoli e non per alimentare odio e intolleranza. Ci appelliamo al senso di responsabilità e giustizia della Regione Sardegna affinché vengano intraprese le azioni necessarie per condannare fermamente ogni forma di incitazione alla violenza e per promuovere il rispetto della dignità umana”, questo il testo della petizione.