Necessaria via ecologica alla produzione energetica o ennesima beffa per una territorio fragile e vessato da decenni di sfruttamento senza alcun beneficio per le comunità? Il tema della transizione energetica in Sardegna è sempre più caldo e il Comitadu pro sa Nurra ha programmato una serie di eventi per informare la cittadinanza sugli effetti che questo modello avrà sul territorio.
Si inizia mercoledì 20 novembre nella Borgata di Bancali. L’incontro si terrà a partire dalle 17:00 presso il salone parrocchiale di San Gavino Martire, dove questa estate è stato organizzato un punto di raccolta firme per la proposta di legge di iniziativa popolare Pratobello 24.
L’evento – assicurano gli organizzatori – rappresenta un’occasione fondamentale per confrontarsi sul grave problema della «colonizzazione energetica» che minaccia la Nurra, una delle aree più preziose e vulnerabili della Sardegna.
Così i tecnici del Comitadu pro sa Nurra esporranno, sulla base dei progetti presentati e pubblicati sul sito del M.A.S.E. (Ministero dell’Ambiente e Sicurezza Energetica), la situazione che si sta prospettando per la Nurra e i conseguenti effetti che l’installazione di impianti industriali avranno sulla vita e sulle attività agricole dei residenti.
Gli organizzatori aprono le porte alla cittadinanza perché – avvertono – non sarà un incontro per specialisti, ma «per tutti i cittadini, le associazioni, i comitati interessati a salvaguardare il territorio e l’amministrazione comunale cui è stato rivolto invito formale nella persona del sindaco di Sassari».
La preoccupazione degli attivisti è motivata dal fatto che «quella che sarebbe potuta essere un’occasione di rilancio economico e di democratizzazione della produzione energetica» – spiegano in un comunicato – «rischia di trasformarsi in una devastazione ambientale con il conseguente impoverimento delle nostre comunità. Non si può permettere che la Nurra venga sacrificata sull’altare del profitto di multinazionali che non rispettano né il territorio né la popolazione che non ne avrà alcun beneficio».
Trattandosi di «un territorio fragile e già sacrificato da precedenti cicli di industrializzazione selvaggia imposti alle comunità», gli attivisti chiedono a gran voce che ogni decisione sia presa con cautela, avviando processi decisionali il più partecipati possibile.
La Nurra rappresenta «un esempio emblematico di ciò che sta capitando all’intera isola: terre fertili e paesaggi unici rischiano di essere distrutti per costruire impianti giganteschi che serviranno solo a esportare energia fuori dall’isola. Non possiamo accettare che le nostre risorse siano sfruttate senza il nostro consenso, senza alcun ritorno ma solo a danno del nostro popolo».
Dopo i saluti di Don Antonio Serra, sono programmati gli interventi di Piero Atzori e Lorenzo Scano che presenteranno i risultati della loro ricerca. A seguire Francesco Guillot della Lipu ed Elisa Orrù, studentessa in eco psicologia applicata. All’evento è stato invitato il sindaco di Sassari Giuseppe Mascia.