Suppellettili e vasellame, quattro specchi in bronzo, uno dei quali con l’antica divinizzazione di Roma e della lupa che allatta soltanto Romolo, un balsamario contenente ancora tracce organiche del profumo utilizzato in antichità, un pettine in osso, vasi in bronzo e terracotta comunemente utilizzati dalle donne etrusche durante banchetti e simposi. Sono parte di uno dei “più importanti recuperi di manufatti etruschi mai realizzato” durante un’azione investigativa che ha consentito il recupero di otto urne litiche etrusche e due sarcofagi, con il relativo corredo funerario di età ellenistica del III secolo a.C..
Un’operazione nata grazie ad una complessa attività di indagine svolta dai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale coordinati dalla Procura di Perugia, che ha portato al sequestro di questi numerosi reperti in perfetta conservazione e ritenuti di “eccezionale valore storico e artistico”. Ed anche monetario: il “bottino” recuperato varrebbe infatti almeno 8 milioni di euro.