“Solidarietà e sostegno al “NO Tirrhenyan Link”, il movimento spontaneo nato dalle comunità minacciate dal cavidotto elettrico Sardegna-Sicilia, agli agricoltori che hanno subito l’esproprio forzato della propria terra e a tutte le comunità sulle quali ricadranno i pesanti costi per il passaggio del cavidotto e per gli impianti ad esso connessi.
A tutelare gli interessi della Società per Azioni Terna, ben supportati dalle istituzioni comunali e regionali, poco interessate a tutelare le terre dei nostri agricoltori, i luoghi dove risiedono migliaia di cittadini e le nostre economie, intervengono le forze dell’ordine con sgombero del “presidio degli ulivi”.
Condanniamo l’atto repressivo gravissimo che colpendo il presidio, ammonisce il popolo sardo, in un momento di grande mobilitazione popolare per la difesa della Terra dalla speculazione sulle FER e per il diritto alla legittima discussione in Consiglio Regionale della legge di iniziativa popolare Pratobello 24″, queste le parole di Claudia Zuncheddu a nome di Sardigna libera.
Anche il movimento Sardigna Natzione esprime solidarietà e afferma: “Come ieri per le “chiudende” oggi per la “speculazione energetica” la terra dei sardi viene rubata e chiusa a s’afferra afferra e con la forza per interessi e business altrui incompatibili con quelli del popolo sardo.
Il presidio anti Tyrrenian Link, il cavo che dovrà trasportare il bottino energetico rubato ai sardi, che era in bardianìa delle terre di sa Terra Mala a Selargius è stato sgomberato con la forza e la terra è stata rubata al legittimo proprietario e ai presidianti che per proteggerla la stavano presidiando giorno e notte e la avevano pianteggiata con ulivi e altre essenze locali.
Ulivi sardi contro impianti energetici coloniali tricolori, due modi diversi di rapportarsi con il territorio, due civiltà nettamente contrastanti sulla stessa terra, sulla terra sarda. Da una parte il popolo che ci vive da sempre con un giusto rapporto di tutela reciproca, dall’altra chi il territorio lo ruba e lo consuma.
In tanti, speriamo, adesso capiranno che quando ad un popolo gli si ruba la terra e a quel popolo gli si è già rubata, la storia, la lingua, la sovranità e la dignità quel popolo lo si vuole cancellare e farne una propria periferia.
L’azione di forza fatta a Selargius non fermerà sa rebellia ma la rafforzerà, non lasceremo le nostre terre in mano ad uno stato che a colpi di decreti, sentenze e azioni di polizia rubarcele per le proprie folli e speculative strategie, sulla vostra strada di bardaneris troverete i nostri corpi, le nostre menti e nostri cuori ad impedirvi, lo faremo perché lo dobbiamo alla nostra storia passata e a quella futura.
Solidarietà ai presidianti di Selargius e un grazie di cuore per aver difeso la terra e la dignità dei sardi, il vostro esempio servirà per dare carica ad altre battaglie, sicuri che prima o poi chiuderemo questa fase storica del colonialismo italiano e la terra e la storia dei sardi sarà dei sardi”.