Cambio di strategie degli studenti: un documento inviato al rettore dell’ateneo di Cagliari Francesco Mola, al posto della manifestazione davanti al Rettorato.
Stamattina, all’ingresso di Palazzo Belgrano, c’erano solo le forze dell’ordine.
I ragazzi, che avevano previsto un sit-in in concomitanza con la riunione del Senato accademico, si sono ritrovati altrove. E hanno spedito al numero uno di UniCa una lunga lettera.
“Gli edifici in cui dovremmo studiare stanno a malapena in piedi, minacciando ogni giorno il nostro diritto allo studio e la nostra stessa vita- si legge nel testo firmato da Sa Retza de Is Istudiantes, UniCa per la Palestina, UniCa Lgbt, UniGCom Sardegna – Gli studenti più marginalizzati sono lasciati praticamente a se stessi: le tasse continuano a salire, le molestie alle studentesse sono all’ordine del giorno, molti edifici rimangono inaccessibili a chi presenta disabilità motorie, i programmi di mobilità studentesca tracciano una demarcazione fra studenti stranieri residenti in paesi europei e tutti gli altri, e le carriere alias vengono attivate solo in seguito a estenuanti mesi di attesa. Invece di risolvere queste gravi criticità, l’Università trascura i propri studenti e continua a tenere diverse collaborazioni con lo stato di Israele”.
Il riferimento è all’ultima protesta al Palazzo delle Scienze: “Abbiamo avuto una prova sul campo della militarizzazione durante le nostre contestazioni alla presenza del visiting professor del Technion di Haifa Alex Bronstein.
Durante queste giornate abbiamo riscontrato all’interno dell’Università la presenza di carabinieri in tenuta antisommossa; l’accesso è stato bloccato a chiunque non appartenesse alle facoltà a cui è adibita la sede, con richiesta di identificazione con tesserino universitario all’ingresso, cosa che ha anche arrecato disturbo al normale svolgimento delle lezioni”.
Capitolo crolli: “La condizione strutturale di tutti i poli universitari presenta diverse falle evidenti, fra cedimenti nell’intonaco in numerose aule, uscite di sicurezza fuori uso e infiltrazioni d’acqua provenienti dal soffitto. In particolare, queste problematiche hanno colpito l’aula 1B dell’edificio di psicologia di Sa Duchessa, la quale, nelle ultime settimane, ha posto gli studenti e i docenti che la frequentavano in situazioni di pericolo, causando forte disagio e preoccupazioni, tanto che diverse lezioni si sono dovute interrompere. Inoltre, anche gli edifici delle mense sono problematici: in via Trentino, sempre di recente, sono caduti alcuni pannelli che costituivano il controsoffitto. Vogliamo che siano svolti al più presto degli accertamenti seri”.
Gli studenti sollevano anche problemi di accessibilità per i diversamente abili. Ma chiedano anche maggiore attenzione per gli Lgbt: “Sentiamo, come corpo studentesco, l’esigenza di vivere un ambiente universitario che sia uguale per tutti, accessibile nelle strutture e negli insegnamenti didattici. Non vogliamo integrazione ma uguaglianza e cambiamento”. E ancora: “In questo Ateneo la salute mentale del corpo studentesco è completamente trascurata, ignorata e messa da parte. Certo, ci hanno fornito tre psicologhe e psicologi per migliaia di studenti, che non bastano per coprire nemmeno metà di una delle aule più piccole che abbiamo se davvero si vuole dare un aiuto al singolo studente”.