Le parole espresse ieri dal ministro Crosetto in risposta alla mia interrogazione sulle servitù militari in Sardegna non lasciano spazio ad ambiguità.
“Con la sincerità dovuta al Parlamento voglio spiegare che l’attuale quadro strategico non consente di ragionare in termini di riduzione delle attività addestrative delle forze armate”, ha detto.
È del tutto evidente, quindi, che nonostante il 31 maggio scorso il Comitato Paritetico sulle servitù militari abbia detto no a sei mesi di esercitazioni e bombardamenti nei poligoni sardi – chiedendo la graduale dismissione di porzioni del poligono, esercitazioni in zone meno impattanti sulla popolazione, sulla fauna e sulla flora, la riduzione del periodo di interdizione per favorire le economie delle comunità locali e l’allungamento della stagione turistica, la conclusione celere dei rilievi a mare e le relative bonifiche intorno alla penisola di Capo Frasca -, il ministro proseguirà sulla linea tracciata, approvando il calendario delle esercitazioni militari previste a settembre con un decreto di suo pugno.
Mi aspetto che il Presidente sardista si opponga e che, almeno negli ultimi mesi di questa sciagurata legislatura, dimostri di avere almeno un po’ a cuore la sorte dei sardi e della Sardegna.