Per Medici senza frontiere, “Gaza è una trappola mortale”: è il titolo scelto dall’organizzazione per un report pubblicato oggi, in cui vengono denunciate le azioni dell’esercito israeliano nella Striscia a partire dal 7 ottobre 2023.
In una nota Msf scrive che, all’indomani dell’aggressione di Hamas e di altri gruppi alleati, in cui sono state uccise 1.200 persone e 251 sono state prese in ostaggio, le forze israeliane stanno schiacciando l’intera popolazione di Gaza. In particolare, vengono denunciate oltre 45mila persone uccise, 41 attacchi e incidenti violenti contro staff di Msf e 17 evacuazioni di ospedali o cliniche. Meno della metà dei 36 ospedali di Gaza sono funzionanti – anche se solo parzialmente – e il sistema sanitario è al collasso. Gli operatori di Msf hanno inoltre registrato 27.500 visite mediche a feriti di guerra e 7.500 interventi chirurgici. In totale, Msf ricorda che secondo dati delle Nazioni Unite, nell’enclave palestinese a ottobre sono entrati 37 camion di aiuti al giorno (contro i 500 prima della guerra), mentre dei pazienti che hanno bisogno di essere evacuati, solo l’1,6% ha effettivamente lasciato Gaza, pari a 229 persone, “una goccia nell’oceano” dei bisogni reali stimati dall’organizzazione.
“Le persone a Gaza lottano per la sopravvivenza in condizioni apocalittiche, ma nessun luogo è sicuro, nessuno è risparmiato e non c’è via d’uscita da questa enclave distrutta” denuncia Christopher Lockyear, segretario generale di Msf che ha visitato Gaza all’inizio di quest’anno.
Il responsabile continua: “La recente offensiva militare nel nord della Striscia è un chiaro esempio della guerra brutale che le forze israeliane stanno conducendo a Gaza e stiamo assistendo a chiare evidenze di pulizia etnica dal momento che i palestinesi vengono sfollati con la forza, messi in trappola e bombardati“.
Secondo Lockyear, di Msf, “tutto quello che le nostre équipe mediche hanno visto sul campo durante questo conflitto è coerente con le descrizioni fornite da un numero crescente di esperti legali e organizzazioni secondo cui a Gaza è in corso un genocidio. Pur non avendo l’autorità legale per stabilire l’intenzionalità, le evidenze della pulizia etnica e la devastazione in corso – tra cui uccisioni di massa, gravi lesioni fisiche e mentali, sfollamento forzato e condizioni di vita impossibili per i palestinesi sotto assedio e sotto i bombardamenti – sono innegabili”.
Msf torna a fare appello a un cessate il fuoco immediato e duraturo. Inoltre, Msf chiede agli Stati, in particolare agli alleati più stretti di Israele, di porre fine al loro sostegno incondizionato a Israele e di adempiere al loro obbligo di prevenire il genocidio a Gaza.
Quasi un anno fa, continua l’ong nel comunicato che accompagna il report, il 26 gennaio 2024 la Corte Internazionale di Giustizia ha chiesto “misure immediate ed efficaci per consentire la fornitura di servizi di base e assistenza umanitaria essenziali per affrontare le condizioni di vita avverse dei palestinesi nella Striscia di Gaza”. Nel rapporto si sottolinea che Israele non ha intrapreso alcuna azione significativa per rispettare l’ordine della Corte internazionale di giustizia. Al contrario, le autorità israeliane continuano a impedire attivamente a Msf e altre organizzazioni umanitarie di fornire assistenza salvavita alle persone intrappolate dall’assedio e dai bombardamenti.
Il rapporto di Msf arriva nello stesso giorno in cui un’altra organizzazione umanitaria internazionale, Human Rights Watch ha denunciato Israele di aver “tagliato” intenzionalmente l’acqua potabile a Gaza, puntando il dito contro quello che definisce un “crimine contro l’umanità, qualificabile come atto di genocidio e sterminio”.