Una presenza di pubblico strepitosa con platea e galleria gremite e i palchetti tutti occupati.
Applausi a scena aperta che non si contano, anche all’interno di ogni atto e talvolta tra le diverse
coreografie. Poi a fine serata bagno di folla per salutare la direttrice artistica Sharon Podesva, tra mazzi di
fiori e abbracci. Si può riassumere così lo spettacolo che domenica sera (2 luglio) la compagnia DanSoul ha
presentato al Teatro Verdi di Sassari per celebrare Rudolf Nureyev nel trentennale della scomparsa, con
una riproposizione de “La Bayadère”, alla cui rivisitazione, il grande ballerino russo aveva dedicato gli ultimi
mesi di vita.
L’evento tersicoreo, complesso e raro da vedere in Sardegna, ha impegnato in modo straordinario un team
di numerose professionalità, che hanno dovuto gestire insieme coreografie, scenografie, costumi, effetti
speciali e luci. E sul palcoscenico del Verdi è comparsa soprattutto tanta bellezza.
Gli spettatori hanno seguito con complicità dall’inizio alla fine, per oltre tre ore di grande spettacolo:
«Hanno fatto sentire il proprio calore con entusiasmo e partecipazione, anche un po’ con stupore – ha
affermato un’entusiasta Sharon –. È stato un balletto impegnativo, suddiviso in quattro atti con numerosi
cambi di scena e di costumi in cui si passa dalla festa al dramma – ha specificato –, ma siamo tutti davvero
soddisfatti, perché è stato raggiunto un livello decisamente alto per delle allieve di una scuola di danza, e la
tecnica da sola non sarebbe bastata a coinvolgere gli spettatori in questo modo, senza le capacità
interpretative, che sono state fondamentali».
Dopo il prologo portato in scena dalle danzatrici più giovani, l’attrice Manuela Basente ha introdotto la
serata enfatizzando uno dei valori più importanti della scuola: la perseveranza nel perseguire i propri
obiettivi. A sorpresa è arrivato il video-saluto degli allievi che oggi sono professionisti, Elena Idini e Angelo
De Serra, i quali non hanno potuto partecipare all’evento poiché impegnati in tournée in giro per l’Italia e
per il mondo.
Originariamente composta su libretto e coreografie di Marius Petipa e Sergei Hudekov con musiche di
Ludwig Minkus, “La Bayadère” è stata eseguita per la prima volta nel 1877 al Teatro Bol’soj Kamennyj di
San Pietroburgo. Nel 1992 è stata rielaborata e perfezionata da Nureyev per il Ballet de l'Opéra national de
Paris, nella versione a cui si è ispirata Podesva per riadattare le coreografie presentate a Sassari.
Tra i principali interpreti all’interno del corpo di ballo si sono esibiti Martina Fancellu nel ruolo di Nikiya,
Lucrezia Lecis in quello di Gamzatti e Danilo Calabrese in quello di Solor. Tutti applauditissimi.
Le atmosfere esotiche ambientate in un fantasioso regno indiano si sono fuse alla purezza espressiva della
danza classica.
Ed è stata magia per una notte. Anche nel ricordo di Jaguse Vrankova (nonna paterna di
Podesva), prima ballerina del Teatro Nazionale di Praga, che negli anni ’70 aveva tracciato il solco fondando
la scuola di danza classica “Città di Sassari”, la prima del suo genere in tutta l’isola.