La crisi strisciante nella maggioranza di centrodestra e sardista che sostiene il sindaco Massimo Sanna a Oristano dopo varie fibrillazioni, negli scorsi mesi, esplode con il ritiro di tutte le deleghe assessoriali da parte del primo cittadino.
L’azzeramento della giunta mette così alle corde i partiti alleati che ora dovranno per forza confrontarsi con questo nuovo scenario politico che ha di fatto aperto ufficialmente la crisi al Comune.
La soluzione più logica sarebbe quella di un confronto in maggioranza per discutere delle criticità e provare a ricomporre la coalizione che è uscita vincitrice dalle elezioni del 2022.
Potrebbe anche accadere che si sia un allargamento della maggioranza con il varo di un esecutivo tecnico grazie a una stampella a sinistra. Se però Sanna non riuscisse a ricomporre il puzzle dovrà necessariamente prendere atto di non avere più la fiducia in consiglio comunale e rassegnare le dimissioni, aprendo la strada all’arrivo del commissario straordinario e a nuove elezioni.
“Dopo una attenta e ponderata analisi della situazione politica venutasi a creare negli ultimi mesi, con senso di responsabilità mi sento in dovere di prendere una decisione forte, sofferta, ma necessaria con l’intento di sbloccare la crisi politica che purtroppo sta creando serie ripercussioni sulla gestione e sul governo della città – precisa Sanna -. Tra le varie soluzioni che ho preso in considerazione, per il momento, ritengo opportuno procedere ad un azzeramento dell’esecutivo aprendo un confronto con tutte le parti vive e attive della città e con le componenti politiche presenti in Consiglio che vorranno condividere l’obiettivo del bene comune e della crescita in tutti gli ambiti della nostra Oristano”.
“È chiaro che a questa situazione, certamente non voluta dal sottoscritto e dalla quasi totalità dei consiglieri comunali, si è arrivati dopo un periodo di immobilismo che non mi ha consentito di lavorare serenamente e soprattutto portare avanti le iniziative necessarie per la città – prosegue il Sindaco Sanna – Non abbiamo tempo da perdere, se ci sono le condizioni politiche occorre immediatamente un cambio di rotta”.