A seno e a petto nudo in strada per denunciare l’oscenità del Governo, che continua ad assistere imperturbabile alla morte dei propri cittadini a causa di eventi meteorologici estremi e ad alimentarne la causa, foraggiando senza scrupoli l’industria del fossile. È successo questa mattina a Roma, in via del Tritone al semaforo di piazza Barberini, dove sette persone aderenti alla campagna NON PAGHIAMO IL FOSSILE, promossa da Ultima Generazione, hanno bloccato la strada e si sono tolte la maglia restando a torso nudo, mentre un’altra si è denudata completamente. Dopo pochi minuti di blocco, sono arrivate sul posto le Forze dell’ordine, che in poco tempo hanno portato via i presenti.
“Sono Eos ho 33 anni e oggi insieme ad altre persone ho deciso di bloccare una strada di Roma con tutta la vulnerabilità che ho, perché vulnerabile è il mondo in cui viviamo. Diranno forse che siamo oscene. Ma io mi chiedo. Siamo oscene? Osceno è quello che è successo ieri in Emilia Romagna e il Governo, che sa che questi eventi estremi continueranno a succedere e, nonostante ciò, continua a investire nelle fonti fossili. Osceno è il dispiegamento di soldi e forze pubbliche per mandare a giudizio il 12 maggio cittadini e cittadine che, con disperazione e urgenza, chiedono al Governo di smettere di investire in fonti fossili per salvare le famiglie italiane. Io sono una donna, sono cristiana, ma non sono una madre, perché Giorgia non ha alcuna intenzione ad oggi di creare le condizioni per un territorio abitabile per i miei figli”, ha dichiarato Eos.
Le drammatiche conseguenze del vortice meteorologico, che ha provocato rovinose alluvioni, con danni, centinaia di sfollati e due vittime in Emilia Romagna nelle ultime 72 ore ha messo a nudo la fragilità del sistema geomorfologico e idrogeologico del Paese.
Ma espone alla nudità anche la mancanza di qualsiasi volontà del Governo di fare scelte concrete per contrastare la crisi climatica in atto. Gli scienziati ormai hanno certificato come l’alterazione del clima porti alla ciclica alternanza tra lunghi periodi siccitosi e improvvisi fenomeni estremi, con conseguenze drammatiche per le popolazioni, le attività economiche e la vita civile dei territori. La risposta del Governo è stata finora la sola nomina di facciata di un Commissario per la siccità (che ci dedica con costanza molta della sua attività social), che ha annunciato domani un vertice straordinario: si presenterà da Commissario alla siccità, o si trasformerà in Commissario all’alluvione?
La disobbedienza civile nonviolenta è nuda, come i nostri corpi: ma è naturale. La nudità dell’incompetenza, dell’arroganza, dell’inazione del Governo, al contrario è scandalosa e oscena. Ancor di più di fronte al dramma che in queste ore stanno vivendo tante famiglie e imprese dell’Emilia Romagna. Per questo il Governo deve smettere di finanziare l’industria dei combustibili fossili e avviare una reale politica di transizione ecologica. Destinando i 41,8 miliardi pubblici di euro investiti nel 2021 a sostegno del fossile, in opere capaci di mettere in sicurezza il paesaggio e le popolazioni che ci vivono e lavorano; progetti capaci di restituire all’ambiente naturale la vocazione di far fronte agli effetti della crisi climatica, persa da decenni a causa di scelte economiche e urbanistiche scellerate.
“Sono Agustina, ho 26 anni e oggi ho deciso di prendere parte ad un’azione che rende esplicito il senso di vulnerabilità che sento pensando alla mia vita oggi e nei prossimi anni. Perché il governo Italiano continua a ignorare lo stato di emergenza climatica in cui ci troviamo, investendo, con i nostri soldi, proprio in ciò che ci sta rendendo di anno in anno più vulnerabili? Davanti alla siccità, alle alluvioni, allo scarseggiare delle risorse alimentari, all’accesso all’acqua e beni primari.
In quanto persona giovane, donna e queer, appartengo a una fascia della società che è già più soggetta a subire il peso delle disuguaglianze, rispetto ad altre. Mi chiedo perché le persone non siano spaventate di fronte a quello che ci aspetta, al vederci strappare i diritti che siamo riuscite ad ottenere finora. Sono terrorizzata da quello che porterà con sé lo scarseggiare del cibo e dell’acqua, la distruzione dei nostri territori e delle nostre case, l’impoverimento massivo delle persone, gli enormi flussi migratori e il dilagare di nuove malattie: un accentuarsi di tutte le disparità: di razza, genere, classe sociale, abilità, orientamento sessuale, età. Davanti a questa prospettiva mi sento estremamente vulnerabile, molto di più di quanto mi possa sentire con il mio corpo mezzo nudo, a bloccare una strada. Preferisco vedermi a fare tutto ciò che è possibile, con il mio corpo e in modo nonviolento oggi, che vedermi a lottare o difendermi per un pezzo di pane domani”, ha aggiunto Agustina.