La Sardegna è penultima tra le regioni italiane che offrono alle “nuove idee imprenditoriali” le migliori condizioni per lavorare e creare attività economiche.
Il territorio ideale è quello della Lombardia (indice pari a 798 punti ovvero elevata performance) seguito dal Piemonte (770 punti).
In coda, ultimo il Molise (376 punti) e penultima la Sardegna (384 ovvero “bassa performance”), con una media nazionale di 627 punti. E’ quanto emerge da un’analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, che ha preso in esame i dati UnionCamere-Infocamere del 2023.
Tra le province sarde, tutte classificate a “bassa performance” per le nuove imprese, la migliore è quella di Nuoro-Ogliastra, al 79/o posto con indice di 476. Seguono Oristano (83/o posto con indice 458), Cagliari (87/o con indice 437), Sud Sardegna all’ 87/o posto con indice di 437 e Sassari-Gallura, 104/o posto con indice di 386.
La classifica contiene l’indice dei territori a misura di giovane per impresa e lavoro che monitora le condizioni dell’habitat sulla base di 13 indicatori che comprendono, tra gli altri, il tasso di occupazione under 35, la presenza di giovani imprenditori, la collaborazione scuola-impresa, la diffusione dell’apprendistato, il saldo migratorio dei giovani all’estero o altre regioni. Gli ultimi dati dicono anche come in Sardegna siano attive 14.553 imprese giovanili ovvero l’8,5% di tutte le imprese sarde.
Quelle femminili giovanili sono 4.267 e quelle gestite da giovani stranieri sono 1.435. Le under 35 artigiane sono 2.616, di cui 686 femminili e 153 gestite da stranieri. “Questa Italia a velocità diverse per l’ambiente che circonda i giovani – Riccardo Porta, giovane artigiano sardo e componente della Giunta nazionale di Confartigianato Giovani Imprenditori – da un lato favorisce l’attività di 522.086 imprese guidate da under 35 in tutta Italia, dall’altro è all’origine del nostro record negativo in Europa. Nell’Isola preoccupa anche il fatto che meno di un’impresa giovanile su 5 sia artigiana (il 17,98%); significa che il tessuto artigiano invecchia e fatica a rinascere: questo ci deve far riflettere sulle evidenti criticità sulla vocazione imprenditoriale artigiana dei giovani. E l’andamento demografico negativo, giustifica solo una parte di questa flessione”.