Filippo Sbrana (1973), professore di Storia economica all’Università per Stranieri di Perugia, in questo saggio dal titolo Nord contro Sud – edito da Carocci – si avvale di una documentazione in larga parte inedita e ricostruisce mezzo secolo di storia italiana, illustrando nel dettaglio come si è creata la frattura tra il Nord e il Meridione.
L’analisi intreccia le dinamiche economiche e politiche e analizza il passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica.
L’autore sottolinea inoltre che nell’analisi economica non possono sussistere schemi rigidi e fissi nel tempo e mostra come il Veneto, ad esempio, abbia rappresentato a lungo una delle aree meno sviluppate, segnata fra l’altro da notevoli flussi migratori in uscita.
Il volume passa in rassegna la storia recente e le conseguenze della crisi finanziaria del 2008, quando I’Italia “ha perso terreno rispetto ai paesi più avanzati e al resto dell’Europa, mentre il Sud ha visto progressivamente diminuire il suo peso economico, evidenziando una crescente difficoltà nell’impiegare la forza lavoro disponibile”. I dati sull’andamento del Pil nel Mezzogiorno “sono costantemente inferiori – continua – a quelli del resto del paese, spesso in maniera sensibile. Le analisi dei divari hanno documentato una permanente debolezza del sistema produttivo meridionale, una carenza di infrastrutture e servizi pubblici e una rilevante presenza dei fenomeni criminali, che ostacolano lo sviluppo del Sud e dell’intero paese”.
“Ancora oggi – conclude l’autore – manca una visione pienamente condivisa sul futuro del paese, come attestano le recenti polemiche sull’autonomia differenziata, e il ritardo del Sud continua ad essere un serio problema per l’Italia intera”.