Una montagna di carta usata per stampare documenti al solo scopo di metterci una o più firme.
Uno spreco di risorse che nello stesso tempo inquina. Nelle aziende italiane in media sono 2.610 i fogli di carta stampati ogni mese, per una produzione di 88 chilogrammi di anidride carbonica.
Sono i numeri dei costi medi – operativi, ma soprattutto ambientali – della burocrazia documentale. Il dato viene da Yousign, la startup francese che sta portando i vantaggi della firma elettronica in tutta Europa, e rileva come digitalizzazione e dematerializzazione siano ancora largamente sottovalutate in Italia.
I settori che usano più carta sono quelli delle assicurazioni (con oltre 104.400 documenti firmati e stampati al mese), delle risorse umane e del lavoro (oltre 87.000) e dell’energia (78.048).
“Il dato colpisce perché mette in evidenza, oltre che l’impatto positivo della digitalizzazione documentale, il gap di conoscenza e informazione che determina questo numero – spiega Fabian Stanciu, senior head of sales della start up – Con Yousign serviamo oggi in Italia 830 clienti, che corrispondono allo 0,02% del nostro mercato potenziale.
Con questi numeri, basterebbe ‘convertire al digitale’ l’1% del mercato, e quindi 40.000 aziende, per risparmiare 3.520 tonnellate di Co2 ogni mese”. “In Italia, più che in altri paese in cui operiamo (Francia e Germania) – aggiunge – il nostro lavoro inizia prima di fornire la nostra soluzione: la sfida è diventare ambasciatori della digitalizzazione e spiegare a imprenditori e manager quante implicazioni ci sono dietro una semplice firma”.