Da Facebook a TikTok, passando per i sistemi operativi di Apple e Google, alle console di videogiochi e alle tv molte delle app, dei sistemi operativi e dei dispositivi in commercio prevedono già la presenza del cosiddetto ‘parental control’, la supervisione dei genitori sui contenuti digitali fruiti dai figli, è gratis e va solo implementato.
Il controllo è stato rievocato dalla ministra Eugenia Roccella dopo l’approvazione del decreto legge Caivano.
Ad esempio sulle app del gruppo Meta, Facebook, Instagram e Messenger, il controllo parentale consente di visualizzare i tempi di utilizzo del social da parte del minore, impostare delle fasce d’orario in cui l’adolescente può accedere, leggere la lista di amici e follower e anche vedere chi può inviare messaggi.
Su TikTok esiste invece la “modalità limitata” che, una volta attivata, restringe l’esposizione a contenuti che potrebbero non essere adatti a tutti, come i temi per adulti; con il collegamento familiare, inoltre, un genitore può collegare il proprio account TikTok a quello dei propri figli e impostare le opzioni del controllo. Anche i due principali sistemi operativi per dispositivi mobili, iOS di Apple e Android di Google, in fase di impostazione di un account per i minori spiegano nel dettaglio cosa un genitore o un tutore può fare. Google invita a installare a questo scopo Family Link, anche YouTube ha una sezione Controllo genitori mentre Apple gestisce tutto nella sezione Famiglia. E Microsoft permette di sfruttare le funzionalità di Family Safety per mettere dei paletti all’utilizzo del sistema e dei contenuti, app comprese. Riguardo ai videogames, uno degli scenari in cui gli adolescenti si ritrovano immersi maggiormente, sempre Microsoft ha il sistema Xbox Family Settings per gestire il profilo di un gioco sulla console di un minore, decidendo gli orari di gioco ma anche le notifiche in arrivo da altri utenti.
Alla stessa maniera Sony, sulla PlayStation 5, dà l’opportunità di impostare un filtro contenuti, che nasconde dalla lista dei videogame quelli vietati a certe fasce d’età. Infine i televisori, così come i servizi di streaming più famosi, integrano il controllo parentale, per evitare che i più piccoli accedano a contenuti per un pubblico maggiorenne.