Il carcere di Sassari ha inflitto una sanzione disciplinare ad Alfredo Cospito, l’anarchico a lungo in sciopero della fame per protestare contro il 41 bis a cui è sottoposto per reati di terrorismo. Nel documento letto dall’AGI si contesta al detenuto di avere reso affermazioni “diffamatorie” durante un colloquio nel quale commentava con la sorella la possibilità che avrebbe potuto ricevere le foto del padre e della madre che, in passato, gli erano state negate. “Le foto me le hanno sbloccate da Torino, dal signor Saluzzo, quella testa di… ma il carcere si sarà opposto”.
Il riferimento è al procuratore generale di Torino, Francesco Saluzzo, che si è occupato del suo caso. I legali di Cospito, gli avvocati Flavio Rossi Albertini e Maria Teresa Pintus, hanno presentato un reclamo al magistrato della Sorveglianza contro la sanzione che prevede “l’esclusione dalle attività sportive e ricreative per sette giorni, sanzione sospesa condizionalmente per il termine di sei mesi se in questo termine non commette altre infrazioni”.
I legali sottolineano che i reclusi possono essere sanzionati solo “per fatti previsti dal regolamento come illeciti”. E non è questo il caso, argomentano, “perché non ha offeso un operatore penitenziario o una persona che entra ed esce dal carcere ma una terza persona avulsa dal novero dei soggetti che quotidianamente e fisiologicamente frequentano l’istituto”. Inoltre, sostengono, “le sale colloqui degli istituti penitenziari sono spazi privati nei quali si manifestano diritti insopprimibili nei quali si manifesta la propria personalità, intesa come desideri e frustrazioni”.