L’effetto della norma nazionale prevista dal governo Meloni sul dimensionamento scolastico prevede l'accorpamento e la chiusura delle scuole con meno di 900 studenti.
Per la Sardegna si passerà da 270 a 228 autonomie scolastiche, i tagli graveranno soprattutto sulle zone interne dell’isola, Nuorese e Ogliastra, già penalizzate dallo spopolamento, dalla contrazione dei servizi sanitari, dai trasporti inefficienti. Infatti, stando alla bozza delle linee guida regionali per il prossimo anno scolastico, la sola provincia di Nuoro perderà 10 autonomie scolastiche su 47.
La scuola e gli studenti devono essere posti al centro di scelte politiche sostenibili e prioritarie, nel rispetto dei principi sanciti dalla Costituzione sul diritto allo studio. Secondo i dati più recenti della Fondazione Open Polis, la Sardegna è prima nella classifica di abbandono scolastico nella scuola secondaria superiore, nell’isola il 13,2% dei minori non arriva al diploma. Per non parlare della “dispersione implicita” cioè la carenza delle competenze minime necessarie per entrare nel mondo del lavoro o dell’Università nelle quali i giovani sardi raggiungono il 9,7% secondo gli standard Invalsi.
La “morte educativa” porta anche al malessere sociale e civico, per questa ragione il gruppo consiliare del Partito Democratico esprime forte apprensione sul futuro della scuola in Sardegna e chiede al governo regionale e all’assessore alla pubblica istruzione una decisa presa di posizione.