Un anno fa, il 15 settembre 2022, le strade e le piazze di Teheran, in Iran, cominciarono ad essere teatro di alcune manifestazioni violente da parte di gruppi armati e donne, a seguito della morte di Mahsa Amini, una giovane donna curdo-iraniana, deceduta per un malore, a sostenerlo è il rapporto medico seguito all’autopsia effettuata a Teheran sul corpo della giovane.
Subito dopo la morte della giovane, il mondo occidentale ha utilizzato strumentalmente la vicenda per accusare la Repubblica Islamica dell’Iran di essere una dittatura, con in prima linea in queste accuse il regime sionista di Israele e gli Usa.
Le proteste, anche grazie ai social network, sono state “pompate” in Italia e non solo e da subito il governo di Teheran ha accusato gli Stati Uniti, Israele e i loro agenti segreti di aver fomentato le proteste.
Stesse modalità usate dall’Occidente nel 2013 e 2014 nella Siria di Bashar Al Assad.
Ne è scaturita un’escalation, con l’Occidente che ha inasprito le sanzioni a carico dell’Iran, anche se da subito si è evidenziato come le popolazioni iraniane non erano con i rivoltosi armati dai paesi occidentali.
Infatti sono state tante le manifestazioni a favore del Governo iraniano con decine di migliaia di manifestanti.
La zona maggiormente interessata dalle rivolte in piazza è stata la zona di Mahabad, nell’Iran nord-occidentale, dove le forze di polizia e i Guardiani della Rivoluzione, dopo qualche settimana sono riusciti a ristabilito la sicurezza.
La gente è scesa nelle strade per dare il benvenuto e ringraziare le forze di sicurezza iraniane.
Nelle settimane successive, le proteste svolte in Iran era sempre più violente con attacchi a caserme e uffici governativi ed evidentemente orchestrate da forze straniere.
Poi le proteste si sono sgonfiate nel territorio iraniano e invece sono cresciute nel resto dell’Occidente, anche grazie agli ambigui rapporti di Italia, Usa e Israele con il movimento ex terrorista del Mek, i Mojahedin del Popolo Iraniano.
Molto curiosa anche la posizione di parte del centro sinistra che da mesi prova la strada della solidarietà internazionale verso le donne iraniane, dimenticando la situazione, decisamente peggiore, delle donne nei paesi del golfo.
Ecco gli approfondimenti video: