“Mi hanno chiesto la disponibilità per la candidatura a sindaco per il 2024 e io ho accettato.
Mi piacerebbe dare una mano alla città che io amo”. Massimo Zedda, esponente di punta dei Progressisti ora consigliere regionale, rompe gli indugi e si dice pronto a tornare alla guida di Cagliari, ceduta a Paolo Truzzu di Fdi nel 2019. “Disponibilità e non già candidatura perché sono in corso interlocuzioni con le altre forze”, ha precisato parlando con i giornalisti prima di salire sul palco di piazza Galilei per un incontro organizzato dal partito.
E se dovessero essere proposti altri nomi, a Zedda andrebbero bene anche le primarie. “Quello che è certo – ha chiarito – è che questa città ha bisogno di una scossa. Stiamo partendo con largo anticipo perchè serve tempo per costruire un programma politico condiviso”. Quanto alla disponibilità a candidarsi, Zedda ha precisato che “arriva non solo dal mio partito ma anche dai cittadini che incontro ogni giorno”.
“Ho sentito tante persone in questi anni. E ho sentito che c’era la richiesta di ritornare, per così dire, nel luogo del delitto. È la mia città, la sento mia. Per questo accetto la disponibilità a candidarmi”. Zedda lo ha ribadito dal palco di piazza Galilei, ad ascoltarlo tra gli altri Renato Soru. “Sarà una campagna elettorale mai vista in termini di tempo – ha sottolinenato l’ex sindaco pronto a tornare a palazzo Baccaredda – E c’è quindi il tempo di definire la programmazione nel breve e nel lungo periodo. Piange il cuore perché la città, me lo dicono anche elettori di centrodestra, si è seduta: lenta nella programmazione, nei lavori”.
C’è poi la scadenza delle Regionali, che anticiperanno le amministraive di primavera. “Si può costruire insieme anche il programma per la Regione – ha spiegato Zedda – Nel programma dei Comuni dovranno trovarsi soluzioni che dovranno essere proposte e risolte in Regione. Un programma da tre punte: Regione, Cagliari e Sassari. La Regione programma poco e spende poco: dovrebbe invece occuparsi di piccoli e grandi problemi che determinano sviluppo”. “Una campagna di questo tipo – ha chiarito l’esponente progressista – non deve discutere del passato, ma proporre soluzioni per questioni irrisolte. Pensiamo alla clinica Macciotta, all’ex carcere di Buoncammino, all’ospedale civile, alle zona delle stazione: offrono nuovi scenari di crescita e di possibilità”.