“La Giornata mondiale del pane rappresenta la giusta occasione per accendere i riflettori sull’importanza di acquistare prodotti locali, cotti nei forni del territorio e realizzati dai nostri fornai che sanno come valorizzare la materia prima e che creano prodotti salutari, ideali per un’alimentazione sana ed equilibrata”.
Lo afferma la presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Amelia Lai.
I panificatori sardi – denuncia l’associazione – continuano a sfornare pane ma, a causa del bassissimo potere d’acquisto dei cittadini, dell’inflazione galoppante, dei rincari delle materie prime e dell’energia, faticano a far quadrare i conti o lavorano in perdita.
Con evidente calo delle vendite di rosette, michette, civraxiu e moddizzosu conseguenza del fatto che le persone comprano lo stretto necessario e cominciano a limitare gli sprechi scegliendo sempre più pezzature di pane da un chilogrammo, al posto della consueta forma da mezzo chilo, da consumare non solo nel giorno stesso, ma anche nei successivi.
Secondo l’analisi dell’Ufficio studi di Confartigianato Imprese Sardegna, su dati Istat, la categoria rappresenta meno di 900 imprese che producono prodotti di panetteria freschi, di cui il 78%, pari a circa 700 unità, sono artigiane. Negli stessi panifici artigiani sono occupati oltre 3mila addetti. Sempre secondo il dossier di Confartigianato, a livello regionale più di un terzo dei panettieri e pastai artigiani è difficile da reperire. Del totale delle entrate previste dalle imprese nel 2022 per le professioni di panettieri e pastai artigianali, il 38,4%, risulta di difficile reperimento. La quota di figure del settore ritenuta difficile da reperire cresce di 10,3 punti percentuali nel 2022 rispetto al valore del 2021.
“Oltre a ridare ai consumatori il giusto potere d’acquisto, dobbiamo anche lavorare sulla loro consapevolezza – continua Lai – perché gli alimenti locali, prodotti da forni della zona, rappresentano l’emblema della qualità e del gusto di un territorio intero. Il settore della panificazione artigiana è molto importante per l’economia territoriale, specialmente perché, a differenza di altri prodotti alimentari, il pane fresco non può per ovvi motivi affidarsi al canale dell’export”.