Un detenuto della casa di reclusione di Mamone era in possesso di uno smartphone, con relativa scheda Sim, all’interno di un armadietto.
La scoperta è avvenuta oggi nel corso di una perquisizione voluta dal comandante del reparto, che ha disposto il sequestro del telefonino del detenuto, che sta scontando un residuo pena per violazione della legge sulle armi e per produzione e detenzione di stupefacente ai fini di spaccio.
L’uomo, un sardo, che sarà trasferito in un altro carcere, rischia fino a quattro anni di carcere in più rispetto alla pena che sta scontando.
“Sottolineo la grande professionalità del personale della casa di reclusione di Mamone, che nonostante le difficoltà, dovute alla mancanza di personale e all’estensione del territorio della colonia agricola (circa 2mila e 700 ettari, ndr), ogni giorno con grande abnegazione si adopera per preservare la legalità – afferma il segretario generale Fns Cisl Giovanni Villa -.
Ancora una volta sollecitiamo l’amministrazione ad attenzionare maggiormente l’impegno profuso dal personale che in questa situazione emergenziale cerca con enormi sacrifici di garantire la sicurezza all’interno e all’esterno del carcere. Bisogna scommettere su Mamone e sulle colonie agricole – conclude Villa – affinché non si perda l’occasione di attuare progetti di rilancio dove le donne e gli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria si sacrificano con passione e non solo per dovere”.