Hanno carpito le identità dei ragazzi appena maggiorenni fingendosi impiegati di Uffici Anagrafe comunali, “facilitatori” della procedura per il Bonus Cultura, e hanno utilizzato i dati accedendo abusivamente alla APP18 predisponendo falsi voucher d’acquisto.
Dunque hanno attivato uno SPID con le vere generalità dei ragazzi ma con un provider diverso dal fornitore del servizio Spid attivato dai giovani, e fatto acquisti da ditte complici.
Lo hanno scoperto i Carabinieri in una inchiesta condotta dalla Procura di Trieste.
Sono stati scoperti 620 casi in tutta Italia ma il numero è in aumento. La truffa si aggira sui 300 mila euro.