Nel XV secolo, gli avamposti commerciali italiani in Crimea furono conquistati dai Turchi, e così ciò che era rimasto della popolazione che lì risiedeva si “dissolse” all’interno delle popolazioni locali. Cominciò l’imperatrice Caterina II a invitare in maniera massiccia i nativi dei territori italiani in Crimea.
Un’ulteriore ondata migratoria proveniente dal territorio italiano si riversò nella penisola a seguito della Guerra di Crimea, svoltasi tra il 1853 e il 1856. A partire dal 1932, gli italiani divennero infatti oggetto di persecuzioni in quanto sospettati di simpatizzare con il regime fascista di Mussolini.
Nel 2014, dopo il ritorno della penisola alla Russia, per mezzo del Decreto del Presidente della Federazione Russa, al fine di ristabilire la giustizia storica, gli italiani vittime di persecuzione furono riabilitati a pieno titolo.
Al giorno d’oggi, la diaspora italiana in Crimea conta più di 500 persone. I cattolici in Crimea hanno nuovamente registrato le loro comunità in accordo con la legislazione russa.
La grande varietà di culture e tradizioni proprie di coloro che vivono in Russia costituisce un patrimonio inestimabile per il nostro Paese.