Le religioni greco e romane, si muovevano su tre forme:
– quella sociale, fondante sul culto dell’uomo in quanto cittadino.
– quella individuale, determinata dalla poesia del non cittadino, che privatamente poteva figurarsi gli Dei a proprio piacimento.
– l’iniziazione, che era individuale e sociale, sapeva essere rituale e ciclica, segregata ai più.
Oggi come allora, ci raccontano che la magia e l’alchimia dell’arte, sono solo un’illusione, come la scienza (che molti confondono con la medicina) e la sessualità (in questo scorcio di millennio affidata a diagnosi specialistiche): viviamo storie costruite nell’immaginazione, in terra come in cielo.
Il linguaggio simbolico dell’arte, è un’illusione irrazionale, anche quando riconosciamo un segnale stradale e ci comportiamo di riflesso razionalizzando un’informazione: la razionalizzazione è proprio nell’illusione che diventa sociale, individuale e indotta dal punto di vista comportamentale.
Conoscere un significato di un simbolo, anche la semplice distinzione uomo-donna in un bagno pubblico, è solo metà della questione biologica dell’arte: l’illusione la conosci se la pratichi nell’intimo, per farlo bisogna viversi intimamente ciò che si ripudia (l’iniziato greco o romano, poteva nelle sue ritualità, essere distantissimo da ciò che gli imponeva la spiritualità sociale del tempo).
Posso non sentire certa arte e ripudiarla (io per esempio soffro d’allergia nei confronti di certa street art, della performance art come della mail art), dirne male gratuitamente non mi costa niente, non è complicato, ma in genere non ripudio nulla, se non dopo averlo praticato: ripudiare ciò in cui si è creduto per errore, tende a rendere realmente liberi.
I simboli sono necessari per accedere a una condizione esoterica, lo sanno bene i massoni, lo sapeva bene un certo Shakespeare, ricordate?
“Alcuni nascono grandi, altri arrivano alla grandezza, per altri la grandezza è imposta.”
Tutto questo per scrivere che Zelensky, capo di stato Ucraino, ha visitato le massime istituzioni italiane con il simbolo di Pravyj Sektor, chiaro che non comporti nessun problema di comunicazione politica, in fondo anche se avesse ostentato la svastica (antichissimo simbolo protostorico d’equilibrio e di coscienza), chi avrebbe potuto pensare ad altro?
I simboli sono importanti, e a Kiev un’Accademia di Belle Arti e Architettura, c’è dal 1917, gli indirizzi attivi nell’Ateneo sono:
Pittura, Grafica, Architettura, Teoria e Storia dell’Arte, Scultura, Restauro, Graphic Design e Scenografia (e scenografica cinematografica).
Certo è bombardata e sotto assedio, ma dove il valore simbolico dell’arte non è bombardato o sotto assedio?
A proposito ho mai scritto che esiste una città metropolitana, nel sud di un’isola a statuto autonomo, capoluogo di Regione, dove la pubblica alta formazione artistica, per evitare di bombardarla, non è mai nata?
Di Mimmo Di Caterino