Il Gruppo di intervento giuridico è in allarme per la possibilità che sui campi, sulle terre collettive e sulle domus de janas tra Martis, Tula e Chiaramonti possa sorgere una centrale agrivoltaica, “con un progetto che insiste pressoché sullo stesso ambito territoriale su cui ci sono altri numerosi progetti di impianti di energia rinnovabile”, denuncia il presidente del Grig, Stefano Deliperi, chiedendo al ministero dell’Ambiente e agli altri soggetti coinvolti di negare la compatibilità ambientale dell’impianto sottoposto a Via e proposto da una società energetica emiliana.
“Il progetto – spiega l’associazione ambientalista – interessa una superficie complessiva di oltre 84 ettari, per una potenza nominale pari a 39,2 megawatt, con moduli fotovoltaici, linee elettriche di collegamento alla rete elettrica nazionale, viabilità, una cabina di raccolta, una nuova stazione elettrica, sbancamenti, strade e cavidotti in zone ricche di corsi d’acqua e macchia mediterranea, con un pesante impatto ambientale per la zona, sottoposta a vincolo paesaggistico e ricca di beni culturali sottoposti a tutela”.
Da qui la richiesta di diniego alla Via.
“Essere a favore dell’energia prodotta da fonti rinnovabili non vuol dire avere ottusi paraocchi – chiarisce Deliperi – La Soprintendenza speciale per il Pnrr, dopo approfondite valutazioni, ha evidenziato in modo netto che in Sardegna è in atto una complessiva azione per realizzare nuovi impianti da fonte rinnovabile che supera già oggi di ben sette volte quanto previsto come obiettivo per il 2030”.