Un centinaio di operatori della campagna del nord Sardegna ha aderito questa mattina all’appello di “Riscatto agricolo”, unendosi alla protesta che divampa in tutta Europa contro la crisi del settore e le scelte comunitarie.
Circa cinquanta trattori hanno raggiunto il cavalcavia che sovrasta la statale 131 – la principale arteria che collega il sud col nord della Sardegna – all’altezza del bivio per Muros e Codrongianos, per poi sbarrare la strada per qualche minuto. Un’azione simbolica finalizzata ad attirare l’attenzione dell’opinione pubblica sui problemi del settore agricolo, anche nel nord ovest dell’Isola.
Motori accesi, clacson spiegati, poca voglia di parlare, gli autori della protesta hanno puntato il dito contro Bruxelles. “Le politiche europee ci stanno danneggiando, la Pac ci garantisce una miseria per non lavorare, e intanto le nostre aziende vanno in rovina”, lamentano. “Vogliono importare farina di grillo e carni sintetiche – contestano – di questo passo diventeremo anche noi animali da laboratorio”.
Dal caro gasolio ai costi dei concimi, dall’Irpef sui terreni all’aumento delle tasse, “solo il nostro lavoro non vale niente”, è l’accusa verso una politica che “ci ha fatto morire e ora deve farci rialzare, consentendoci di lavorare”. Perché, è l’avvertimento dei manifestanti, “siamo stanchi di prendere colpi ai fianchi”.