Sei mesi senza ricevere lo stipendio per l’assistenza medica fornita tramite il servizio degli Ascot, gli ambulatori straordinari di comunità territoriale della Asl della Gallura, e un’unica certezza: “Resisterò solo un altro mese, poi mi vedrò costretta a chiudere la collaborazione con l’ambulatorio di Oschiri”.
La dottoressa Maria Selene Meloni, 20 anni di servizio alle spalle, è delusa e amareggiata.
“Sto stringendo i denti e continuo a lavorare solo perché non mi sento di abbandonare i pazienti – racconta all’ANSA – soprattutto i tanti casi di persone che hanno necessità di un’assistenza domiciliare integrata, o quelli che hanno un’alimentazione indotta. Ho una buona ragione per prestare il mio servizio, ma ciò che mi lascia basita è la mancanza di risposte da parte dei responsabili della Asl”.
Contattati più volte dalla dottoressa via mail, ad oggi l’unica risposta ricevuta è arrivata a dicembre scorso, quando a Meloni e ai colleghi che fanno servizio nell’Ascot, anche nel vicino comune di Berchidda, viene comunicato che “tutto era stato sbloccato” e che i pagamenti sarebbero arrivati a breve.
“Da allora, non solo non abbiamo visto un centesimo – denuncia Meloni – ma non abbiamo neanche avuto altre comunicazioni”. Ad oggi i medici impegnati negli ambulatori della guardia medica di Oschiri sono due, ma a questi era stato preannunciato l’arrivo di un terzo specialista, di cui però non si ha traccia.
“Quando ho dato la mia disponibilità per l’Ascot avevo messo in conto qualche ritardo nei pagamenti, ma quello accumulato adesso è insostenibile. Mi ritrovo con pochissimi pazienti e duemila euro in meno perché è scaduto il contratto e hanno anche tolto i contributi per la segretaria e la reperibilità telefonica”.
Dall’1 gennaio inoltre il medico di base di Oschiri è andato in pensione: il carico di tutti i pazienti è ora sulle spalle dei medici dell’Ascot, il cui servizio nasce per fornire assistenza di base ai cittadini privi temporaneamente per l’appunto del medico di famiglia: prescrizioni mediche, visite urgenti e non urgenti, rinnovo di piani terapeutici, raccolta dei fabbisogni domiciliari, inserimento nell’Adi, attività domiciliari programmate, prestazioni di assistenza integrativa e certificati di malattia, sono tutto ciò di cui si devono occupare. “Ma senza retribuzione – conferma la dottoressa Meloni – sarò costretta a breve a rinunciare. E trovare medici disposti a coprire i piccoli centri come quello di Oschiri sarà un’impresa ardua per la Asl Gallura”.