“L’otto marzo attraversiamo insieme la città per riappropriarci, con i nostri corpi, degli spazi che quotidianamente ci vengono negati e per gridare contro la guerra e la cultura dello stupro. Mai come in questo momento storico, abbiamo bisogno di levare la nostra voce ed esprimere tutta la nostra rabbia verso un sistema che qui ci abusa e uccide ogni giorno, e che trova sua massima espressione nello sterminio del popolo palestinese da parte della furia assassina e imperialista di Israele”, affermano in una nota i promotori della mobilitazione dell’8 marzo.
“Urliamo contro il colonialismo di terre e corpi, di cui il sionismo è diretta declinazione, che opprime la Sardegna attraverso la presenza di basi militari e industrie belliche, complici del genocidio in corso. Siamo con le sorelle palestinesi resistenti e in lotta contro la violenza sionista, prima e dopo il 7 ottobre. Perché crediamo fermamente che nessuna di noi sarà libera finché non lo saremo tutte. Ci vediamo in piazza San Michele alle 15.30, da lì con una passeggiata per vie della città spesso dimenticate, arriviamo tuttɜ insieme in Piazza Costituzione per ricongiungerci al presidio organizzato da Non Una Di Meno”, conclude la nota.