“No alla speculazione energetica della Nurra e alla colonizzazione dell’isola”.
Così il comitato istituito ad hoc si unisce alla lotta condotta da altri gruppi nati nel Mejlogu, nell’Anglona e in Gallura.
“Siamo contro l’assalto di chi tenta di sfruttare i nostri territori a discapito della natura e delle comunità locali”, spiega il comitato, che ha al suo interno un gruppo tecnico che raccoglie e analizza i numeri del fenomeno. “Risultano 756 richieste di nuovi allacci a Terna per un totale di 55,05GW di potenza – affermano – una quantità dieci volte superiore alla richiesta di produzione rinnovabile imposta entro il 2030 dal governo centrale”. Ecco perché “è evidente il fine speculativo delle aziende energetiche, che dichiarano richieste di allacci sproporzionate rispetto ai progetti presentati per influenzare chi deve rilasciare le autorizzazioni”.
In particolare, “la provincia di Sassari, con 68 progetti presentati solo nel territorio della Nurra, è al centro delle mire speculative delle multinazionali dell’energia, con una produzione prevista di 6,03GW che già supera di 1GW la richiesta fatta a tutta la Sardegna dal governo centrale”. Allarma che “gran parte dei progetti ricade nel territorio di Sassari, con altri sparsi tra Porto Torres, Ittiri, Stintino, Alghero, Olmedo, Putifigari, Ossi, Codrongianos, Villanova e Uri” e che “a presentare i progetti sono principalmente società create ad hoc con sede fuori dalla Sardegna, spesso all’estero, con capitale sociale irrisorio e nessun dipendente”, come rimarcano dal comitato per riaffermare che “è l’ennesimo assalto coloniale nella nostra isola, un colpo di grazia alla già fragile economia e società sarda”.
Da qui l’invito “a cittadini, lavoratori, associazioni, comitati e movimenti a unirsi per difendere l’ambiente e il futuro della Sardegna”.