Il Museo civico di Cabras apre al pubblico il laboratorio di restauro.
Diventa parte integrante del percorso per permettere ai visitatori in presa diretta di seguire la ricomposizione delle due statue di Mont’e Prama: il pugilatore cosiddetto ‘tipo Cavalupo’ e l’arciere.
Due pannelli trasparenti sono stati collocati ai due ingressi della sala.
I lavori di restauro delle sculture rinvenute nelle campagne di scavo 2014 e 2016 sono partiti il 13 marzo, progettati e diretti dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Città metropolitana di Cagliari e province di Oristano e Sud Sardegna. L’intervento è finanziato dal Ministero e ha il supporto della Fondazione Mont’e Prama guidata da Anthony Muroni.
“Si tratta di una tappa importante – spiega la soprintendente Monica Stochino – del più articolato progetto che tende da un lato ad approfondire le indagini scientifiche, dall’altro attiva le prassi della conservazione materica e del restauro sul patrimonio più recentemente emerso dalle ricerche sul campo. La possibilità di integrare tale attività nell’ambito dell’esperienza di visita del Museo – sottolinea Stochino – rende disponibile alla fruizione pubblica una fase importante del processo che mette in luce il valore scientifico della statuaria di Mont’e Prama, garantisce e preserva la consistenza materica, evidenzia e comunica il valore testimoniale di questo patrimonio”.
“Nell’anno del cinquantesimo anniversario dal ritrovamento dei primi reperti, oltre alla nuova esposizione temporanea di statue e modelli di nuraghe nella Sala del Paesaggio, il nostro Museo – dichiara Muroni – si arricchisce di un’altra importante attrazione come quella del laboratorio di restauro”. I lavori si affiancano ai primi interventi già intrapresi nel laboratorio di restauro cagliaritano della Soprintendenza, in attesa dell’allestimento del nuovo laboratorio di Cabras, così come stabilito dall’accordo quadro firmato tra gli uffici periferici del Ministero e la Fondazione Mont’e Prama nella primavera del 2023.
Un accordo che disciplina, tra le altre cose, la tempistica e le modalità di catalogazione e trasferimento a Cabras dell’intero complesso statuario oggi nella disponibilità di Soprintendenza e Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, compresi i frammenti di Mont’e Prama custoditi al Centro di restauro di Li Punti.