“Nella mattina di mercoledì 31 maggio chiederemo al Sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu, un incontro per discutere della situazione delle installazioni militari della Sella del Diavolo, della radice del molo di Levante e del rischio nucleare che insiste sul porto di Cagliari”, inizia così il comunicato del Movimento A Foras.
“La Sardegna per tutto il mese di maggio ha subito grandissime esercitazioni militari che coinvolgono diversi paesi Nato e che si inseriscono nel contesto del conflitto russo-ucraino. In questo periodo si sono susseguite esercitazioni a fuoco nel Poligono di Teulada, con un enorme dispiegamento di mezzi e la partecipazione di migliaia di soldati – prosegue la nota – la terra e il mare della Sardegna sono stati bersagliati nuovamente con colpi di artiglieria, missili e razzi: bombe vere all’interno di una zona SIC. Per questo il prossimo 2 giugno manifesteremo per chiedere ancora una volta il blocco delle esercitazioni, la chiusura dei poligoni e la bonifica”.
“Ma vogliamo porre l’attenzione anche sulla situazione di forte militarizzazione che continua a subire la stessa città di Cagliari. Fra le tante installazioni militari urbane, la più impattante è la ex POL NATO, che impedisce di fruire a pieno di una vasta area di particolare pregio paesaggistico e naturalistico”, prosegue la nota.
“Gli edifici della POL NATO sono adibiti alla sorveglianza di un sistema di enormi gallerie sotterranee
che attraversano il promontorio della Sella e che contengono cisterne per lo stoccaggio di carburante,
per una capacità totale di circa 280.000 metri cubi – scrive ancora A Foras – la zona, delimitata dalle reti, arriva fino al porticciolo di Marina Piccola, e sebbene recentemente le reti siano state spostate di poche decine di metri e “nascoste” fra la vegetazione, continuano ad impedire di fatto la fruizione della Sella dal versante del Poetto”.
“I serbatoi sotterranei sono collegati tramite un oleodotto con la radice del Molo di Levante, presso lo sbocco del canale di Terramaini, dove si trova un’ulteriore zona militare che impedisce una piena fruizione del waterfront cittadino, che altrimenti collegherebbe via Roma al vecchio borgo Sant’Elia senza interruzione”, incalza il movimento.
“Noi pensiamo che la Sella non debba più essere destinata a questo ruolo, ma che le strutture militari in essa presenti debbano essere dismesse per sempre, lasciando spazio ad un parco naturale. Ci appelliamo alla cittadinanza di Cagliari e ai suoi rappresentanti in Consiglio Comunale affinché si adoperino per una piena demilitarizzazione e sdemanializzazione della Sella Del Diavolo e per la sua restituzione alla città, insieme a tutte le strutture militari ad essa collegate. Rinnoviamo inoltre la richiesta che facemmo già all’ex sindaco della passata giunta comunale, affinché venga fatta chiarezza in merito alla classificazione del porto di Cagliari come area “a rischio nucleare”, dovuta alla eventualità che navi e sommergibili a propulsione nucleare possano ormeggiare nel Golfo degli Angeli, senza che la popolazione sia mai stata informata circa l’esistenza o meno di un piano di
evacuazione in caso di incidente”, conclude la nota di A Foras.