I lavoratori domestici regolarmente assunti in Sardegna nel 2022 sono 47.967.
Quasi il 70% dei lavoratori sono badanti.
Sono 53.759 le famiglie datori di lavoro domestico, la Sardegna è l’unica regione che registra un lieve incremento dei datori di lavoro. L’ambito domestico coinvolge il 6,5% della popolazione totale.
Sono i dati che emergono dal quinto rapporto annuale sul lavoro domestico promosso da Domina.
La componente italiana è fortemente maggioritaria (82,2%) e le donne rappresentano il 90,6%. L’età media del lavoratore domestico è 48,2 anni e, per quanto riguarda le settimane lavorate, si registra una prevalenza di chi non ha completato l’anno lavorativo (55,3%).
Il datore di lavoro ha un’età media di 67,8 anni e si registra una prevalenza femminile (67,1%). Complessivamente, nel 2022 le famiglie in Sardegna hanno speso circa 290 milioni di euro per la retribuzione dei lavoratori domestici (stipendio, contributi, TFR). Il valore aggiunto prodotto da questa componente vale circa 500 milioni di euro (l’1,7%).
Analizzando i dati provinciali, si nota come la distribuzione sia piuttosto polarizzata sul capoluogo, a Cagliari si concentrano il 53,2% delle colf e il 49,7% delle badanti. Da segnalare un’incidenza di badanti nettamente superiore alle altre regioni, con una media di 26,8 badanti ogni 100 anziani.
E le previsioni sul futuro demografico della Sardegna rivelano come il numero di badanti sia destinato ad aumentare: nel 2050 in Sardegna vi saranno 227 mila anziani (ultra-ottantenni), è prevista una variazione 2023/2050 del +82% dei residenti anziani, mentre dall’altra parte le prospettive indicano la presenza di 114 mila bambini residenti (0-14 anni).
La componente anziana, quindi, sarà il doppio di quella infantile (18,0% della popolazione contro 9,0%).