Ultima Generazione esprime massima solidarietà ai giornalisti e alle giornaliste della RAI che vedono in queste ore il servizio pubblico ridotto a mera propaganda di regime; e a tutte le giornaliste e i giornalisti che, in seguito all’emendamento proposto da FdI al ddl diffamazione che potremmo ribattezzare “ddl sulla restrizione delle libertà di stampa”, che cita “Qualora con condotte reiterate e coordinate, preordinate ad arrecare un grave pregiudizio all’altrui reputazione, attribuisce a taluno con il mezzo della stampa” fatti “che sa essere anche in parte falsi è punito con il carcere da 1 a 3 anni e con la multa da 50mila a 120mila euro. Se si sa che l’offeso è innocente la pena aumenta da un terzo alla metà, cioè fino a 4 anni e mezzo di carcere.”
“Come Ultima Generazione conosciamo bene, purtroppo, le leggi fatte ad hoc, per questo abbiamo lanciato una petizione in solidarietà con la stampa. Non è una distopia, non è 1984, è l’Italia del 2024. Crisi climatica, crisi sociale e restrizione dello spazio democratico sono intimamente connesse. Uniamo le forze per la salvaguardia della nostra democrazia”, affermano gli attivisti.
“Non è una distopia, non è 1984, è l’Italia del 2024. Il giornalismo libero è una funzione vitale di una democrazia sana, senza giornalismo libero non c’è informazione né libero dibattito. Sono mesi che assistiamo all’assedio dei pilastri che tengono in vita la democrazia da parte del Governo: il dissenso politico represso con la violenza delle Forze dell’Ordine, leggi contra personam dai decreti contro i rave a quelli per limitare la libera manifestazione del pensiero come il ddl ecoproteste, adesso è il turno dell’informazione pubblica.
Questa proposta di emendamento arriva in un periodo in cui la libertà di stampa e il mestiere stesso del giornalista sembra subire piccole e continue forzature, e da parte del Governo e da parte degli stessi editori. Il 9 aprile è stata approvata una delibera da parte della Commissione di Vigilanza della Rai che sembra avere lo scopo di garantire uno spazio sicuro e senza contradditorio agli esponenti del Governo in vista delle elezioni europee. Pochi giorni fa il direttore di Repubblica Maurizio Molinari ha fatto mandare al macero 100 mila copie dell’inserto Affari e Finanza per un articolo probabilmente sgradito al suo editore, John Elkan, attirandosi una mozione di sfiducia da parte della sua redazione.
Nel frattempo l’AGI, Agenzia di Stampa di Eni sta per essere acquista da Antonio Angelucci, deputato leghista, patron della sanità privata e proprietario di diverse testate filogovernative (Libero, il Giornale e il Tempo) provocando la preoccupazione della redazione per un’operazione che si presenta come poco chiara e che, è il caso di ricordare, riguarda anche il Ministero dell’Economia in quanto maggior azionista di Eni, vale anche la pena notare a questo punto come proprio a causa della saldatura Governo-Eni -giornali in Italia sia estremamente difficile parlare in maniera degna di crisi climatica.
Questa è la situazione: da un lato l’informazione pubblica – la Rai – è ostaggio della maggioranza di governo, dall’altro l’editoria privata è nelle mani di poche famiglie – Exor/ Gedi – Agnelli, Sky – Murdoch, Urbano Cairo – Cairo, Fininvest – Berlusconi, il già citato Angelucci – con forti interessi economici e politici e conseguenti conflitti di interessi. Nel frattempo ai giornalisti che seguono le nostre azioni capita di essere trattenuti in Questura in modo pretestuoso, come è successo in Sicilia questo dicembre e come è successo a Padova il 12 aprile”, scrivono gli attivisti di Ultima Generazione