“Sono felice oggi di vedere in tutto il mondo le maschere di V nelle proteste politiche.
Il messaggio di bisogno di libertà che V porta ha spazio in ogni forma di protesta.
La maschera vuol dire voler cambiare le cose, lo fa il personaggio di “V per vendetta” e ancora oggi le persone sanno di poter usare quella maschera contro i loro Governi che vorrebbero cambiare”. Lo ha detto David Lloyd, artista del fumetto inglese, autore della miniserie di “V per Vendetta”, cominciata a uscire in Gran Bretagna nel 1982 e che poi è diventato una guida anche per diverse generazioni, anche attraverso il film. Il fumetto è stato uno dei maggiori punti di forza della “British invasion” che portò a un boom della passione per la creatività dei fumettisti anglosassoni che spesso venivano poi assunti da case editrici statunitensi.
Lloyd ha spiegato anche come è nata l’ispirazione per quella Londra governata da autoritari che toglievano la libertà ai cittadini e contro cui ha lavorato il personaggio mascherato: “L’ispirazione – racconta – venne da storie e immaginazione su una possibile Gran Bretagna fascista su cui lavorammo io e lo sceneggiatore Alan Moore. Avevamo idee diverse su come farlo, ma insieme pensavamo a una vera UK fascista ed io ebbi l’idea di far risorgere un importante rivoluzionario inglese Guy Fawkes.
Lavorammo con la libertà che avevamo nel narrare la storia di V, che però è stato anche il dover di rinunciare a una parte di riconoscimento da grandi editori: lo potemmo fare solo con un editore indipendente, ma negli anni della Gran Bretagna della Tatcher era la strada che cercavamo. In generale la ‘British invasion’ è arrivata come risposta agli anni dei governi Tatcher, che aveva portato il nostro Paese a un livello di creatività molto controllato. Invece quel movimento ha portato ad un altissimo livello di creatività”.
Alla terza giornata di Comicon sono state presentate anche per la prima volta immagini di “If – Gli amici immaginari”, film Usa di John Krasinski, lanciato a Napoli da Ciro Priello, star dei Jackal e doppiatore del pupazzo protagonista del film. “E’ un film per famiglie – spiega Priello – perché continua a dare agli adulti la chance di vedere il mondo con occhi del bimbo. Ci sono gli amici immaginari dei bambini, anche io ne avevo uno.
Era me stesso piccolo e cartone animato, lo immaginavo che era in grado di fare amicizia e di essere anche bravo a scuola.
Imparai da lui cose che mi mancavano da bimbo. Poi è un percorso che si perde crescendo, quando pensi al lavoro, alle bollette, invece questo film ti dice quanto sia importante continuare in tanti campi a guardare il mondo con gli occhi di un bambino”.
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