La Federazione nazionale della Stampa italiana aderisce ai quattro referendum popolari sul mondo del lavoro, previsti nel 2025, per i quali la Cgil ha iniziato la raccolta firme il 25 aprile 2024.
«Il lavoro in Italia è troppo precario e i salari sono troppo bassi. Tre persone al giorno muoiono lavorando», si legge sul sito web della Confederazione generale italiana del lavoro. «Il frutto di vent’anni di leggi sbagliate – incalza il sindacato – è un netto peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro delle persone che per vivere devono lavorare. È il momento di ribellarci e di cambiare. Il lavoro deve essere tutelato perché è un diritto costituzionale. Deve essere sicuro perché di lavoro si deve vivere e non morire. Deve essere dignitoso e perciò ben retribuito. Deve essere stabile perché la precarietà è una perdita di libertà».
Il primo quesito (Lavoro tutelato) ha l’obiettivo abolire l’intero Jobs Act (decreto legislativo 23 del 2015), prevedendo l’«abrogazione delle norme che impediscono il reintegro al lavoro in caso di licenziamenti illegittimi».
Il secondo (Lavoro dignitoso) pone l’attenzione sulle realtà con meno di 15 dipendenti, proponendo l’«abrogazione delle norme che facilitano i licenziamenti illegittimi nelle piccole imprese».
Con il terzo quesito (Lavoro Stabile) si vuole porre un freno alla precarietà, prevedendo l’«abrogazione delle norme che hanno liberalizzato l’utilizzo del lavoro a termine».
Il quarto e ultimo quesito (Lavoro sicuro) chiede l’«abrogazione delle norme che impediscono, in caso di infortunio sul lavoro negli appalti, di estendere la responsabilità all’impresa appaltante».
Per indire i referendum sono necessarie 500 mila adesioni: è possibile firmare anche online sul sito web della Cgil.