Per la prima volta in Italia i pazienti detenuti di un penitenziario potranno essere visitati da remoto.
Il progetto “Metaverso” è stato presentato oggi nella colonia penale di Mamone, in provincia di Nuoro, dal manager della Asl territoriale Paolo Cannas e dal direttore della colonia penale Vincenzo Lamonaca.
Nel corso della conferenza stampa è stata effettuata la prima visita a distanza: il dottor Giuseppe Falchi, medico del servizio Psichiatrico del San Francesco di Nuoro, supportato dal tecnico della società State 1, ha indossato il visore e dalla sala della Casa della comunità di Nuoro, ha eseguito la prima visita al “paziente X”, a 54 chilometri di distanza.
Psichiatria e fisiatria sono i settori al centro del progetto sperimentale, che si pone l’obiettivo di migliorare l’assistenza sanitaria nelle carceri, abbattendo le barriere dell’isolamento e le liste d’attesa, potenziando le attività specialistiche all’interno del carcere e riducendo i costi legati agli spostamenti.
Un passo nel futuro, non solo per la colonia penale ma anche per le realtà periferiche e le aree interne distanti dagli ospedali.
Il progetto è frutto della collaborazione tra la Asl di Nuoro, la casa di reclusione di Mamone, lo spin-off accademico Chain Factory, l’Università di Cagliari, il Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali e State1, società operante nel settore del Metaverso.
“La direzione strategica dell’azienda sanitaria – spiega Cannas – ha da tempo messo in campo un’attività multimediale e digitale all’avanguardia, avviata con la telemedicina. Questo ci consente di seguire nel proprio domicilio 400 pazienti con scompenso cardiaco, con conseguente abbattimento dei ricoveri impropri grazie alle nuove tecnologie. Una pratica che ci permette oggi di mettere in piedi un progetto sperimentalmente con i pazienti delle carceri che, per primi tra i detenuti italiani, potranno beneficiare di questo strumento”.