Un modellino nuragico che riproduce una torre.
Un pezzo unico, ritrovato nel 2022 e ora restaurato e mostrato in tutta la sua bellezza.
È il reperto più importante di una serie di rinvenimenti venuti alla luce grazie al lavoro di restauro del Tempio in Antis, noto come Capanna del Capo, e valorizzazione dell’area archeologica di Santa Vittoria a Serri, nel Sarcidano.
Di ottima fattura e dalla singolare forma, ha fini decorazioni a zig-zag, a bande oblique. “Un pezzo di pregio a dimostrazione anche dello sviluppato gusto estetico e moderno della civiltà nuragica”, ha sottolineato Gianfranca Salis, funzionaria archeologa e direttrice scientifica degli interventi portati avanti dalla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna. “I lavori hanno consentito di ridefinire la pianta, sembrava un tempio isolato, si trova invece in un contesto di capanne. Gli interventi hanno restituito reperti importanti anche per la comprensione delle pratiche religiose e la simbologia propria della cultura nuragica”, ha aggiunto Salis.
“Abbiamo condiviso con la comunità la scoperta di nuove strutture e reperti che hanno permesso di scrivere nuove pagine di storia sulla civiltà nuragica del nostro territorio e della Sardegna”, ha sottolineato il sindaco di Serri, Samuele Antonio Gaviano. Chiara Pilo, funzionaria archeologa direttrice scientifica dei lavori, ha evidenziato che “i cittadini e le cittadine hanno risposto con un’ attenta partecipazione e consapevolezza della ricchezza del patrimonio archeologico”. Per Georgia Toreno, funzionaria restauratrice della sovrintendenza “la speranza è che ora possano venire alla luce altri pezzi, altri frammenti da aggiungere a quello già trovato”.
Dell’importanza dell’accessibilità oltre che della tutela anche dal punto di vista paesaggistico dei siti archeologici ha parlato Ilaria Portas, assessora regionale ai beni culturali.
Federico Porcedda, archeologo e vice sindaco di Serri ha annunciato che grazie a un progetto finanziato con i fondi del Pnrr “l’area archeologica di Santa Vittoria sarà resa accessibile con l’abbattimento delle barriere architettoniche e resa fruibile anche grazie alla digitalizzazione dei reperti, all’implemento della comunicazione e divulgazione per permettere una maggiore comprensione di questo sito pluristratificato con frequentazioni che vanno dalle prime fasi dell’ età del bronzo”.