La condanna a 1 anno e 4 mesi è stata chiesta oggi dal pubblico ministero Carlo Villani nel processo a Roma che vede imputato, tra gli altri, il giudice del tribunale di Tempio Pausania Alessandro Di Giacomo, accusato di falso in atto pubblico per la vendita all’asta, che la procura sospetta pilotata, di una villa a Baja Sardinia del valore di 600mila euro.
Quanto alle altre persone rinviate a giudizio, il pm ha sollecitato la prescrizione delle accuse di frode nei confronti dell’ingegner Ermanno Giua, che svolse la consulenza sulla villa, l’assoluzione per gli avvocati del foro di Tempio Giuliano Frau e Tommasina Amadori, a cui era stato contestato il reato di turbativa d’asta, e l’assoluzione anche per la gip, sempre di Tempio, Elisabetta Carta, accusata di rivelazione di segreti d’ufficio.
I fatti risalgono al 2016 e riguardano la vendita all’asta della villa appartenuta all’imprenditore vitivinicolo di Arzachena Sebastiano Ragnedda, scomparso nel 2015: un immobile di grande pregio con undici vani davanti al mare di Baja Sardinia, a pochi chilometri da Porto Cervo.
Il processo è stato aggiornato al 12 giugno prossimo quando è attesa anche la sentenza.