Il sito archelogico di Tharros ospita Dancing Histor(y)ies Festival, tre giornate, dal 12 al 14 luglio, per connettere le comunità e il patrimonio culturale attraverso la danza.
Storia e cultura si intrecciano con le arti performative in questo magico scenario per creare un ponte col presente.
Il progetto, cofinanziato dall’Unione Europea, punta a valorizzare il sito con il coinvolgimento delle comunità locali.
In scena sei gruppi internazionali: la compagnia svedese IlDance, la polacca Polish Dance Theatre, la bulgara Derida Dance, l’italiana Mvula Sungani Physical Dance e una co-produzione che vede insieme il gruppo E-Motion, Asmed Balletto di Sardegna e la compagnia Danza Estemporada.
Un esperimento collettivo nato dall’idea di cinque istituzioni culturali afferenti a quattro Paesi europei – Grecia, Italia, Serbia e Spagna – che coinvolge tredici partner di undici nazioni, di cui l’Associazione enti locali per lo spettacolo in Sardegna è capofila.
Alcuni villaggi e paesi del Sinis hanno ospitato residenze artistiche e centri di produzione internazionali. Come nel caso del workshop dello scorso aprile, che ha visto coinvolti anche donne e uomini della Corsa degli Scalzi, o ancora gli incontri di giugno, quando i giocatori della Dinamo Basket Sassari hanno trascorso una giornata coi ragazzi della Eolo Scuola Windsurf di Torre Grande sotto lo sguardo di Livia Lepri della Compagnia Danza Estemporada che ha avuto il ruolo di raccontare i risultati raggiunti declinati dal punto di vista dei movimenti corporei.
Partendo dal connubio tra creatività e danza, Dancing Histor(y)ies Festival intende individuare un modello innovativo di valorizzazione dei siti storici, replicabile in tutta Europa.
Un modello comune di linee guida adattabili ai singoli Paesi, capace di combinare il patrimonio culturale dei luoghi archeologici con quello immateriale delle comunità residenti. Un esperimento che ha trovato spazio per la prima volta in Sardegna e nei siti di Ostia Antica, al Teatro Antico di Merida in Spagna, nel sito archeologico di Viminacium in Serbia e negli scavi archeologici di Volos in Grecia.