Il 2 luglio è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto “aree idonee” che individua la ripartizione fra le Regioni e le Province autonome della potenza aggiuntiva di 80 GW da fonti rinnovabili (rispetto al 31 dicembre 2020) per raggiungere gli obiettivi al 2030 fissati dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC). Regioni e Province autonome hanno 180 giorni di tempo per individuare superfici e aree idonee e non idonee all’installazione di impianti da fonti rinnovabili funzionali al raggiungimento degli obiettivi Ue in linea con il principio della neutralità tecnologica.
L’Italia dovrà produrre 80 GW aggiuntivi, con un’ipotesi di 11 GW da impianti eolici on-shore e 69 GW da impianti fotovoltaici. La scelta del mix energetico è demandata alle Regioni e alle Province autonome.
La ripartizione è stata attuata in linea con i criteri del Regolamento sulla governance dell’Unione sull’energia, considerando il potenziale teorico di sviluppo (80 per cento), la domanda elettrica (10 per cento) e la situazione economica, ossia il PIL (10 per cento). Per la ripartizione dell’obiettivo di potenza eolica on-shore, invece, è stato applicato il solo criterio sul potenziale teorico di sviluppo. La fonte eolica, infatti, non è presente in tutti i territori allo stesso modo e, dunque, gli impianti saranno realizzati nei luoghi che consentiranno di raggiungere gli obiettivi fissati.
“È del tutto evidente che questa ripartizione comporterà un grande sacrificio per la Sardegna, dove i consumi valgono circa 8.000 gigawattora e dove già oggi vengono prodotti da rinnovabili ben 3.864 gigawattora” dichiara la deputata Francesca Ghirra “Per raggiungere gli obiettivi sarebbe per noi sufficiente un aumento di potenza ben inferiore rispetto a quelli indicati nel decreto, pari a 6,264 GW, ma saranno invece realizzati impianti in numero molto superiore che in altre regioni d’Italia.”
E continua: “Ho presentato un ordine del giorno per chiedere al Governo di valutare una riformulazione del Decreto Draghi e consentire alle Regioni di avere maggiore autonomia nel controllo del territorio, anche attraverso la gestione dei procedimenti autorizzativi. Dobbiamo certamente contribuire a raggiungere gli obiettivi energetici secondo le tempistiche previste, ma chiediamo di valutare la possibilità di una distribuzione più equa sul territorio nazionale degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili”.
“Conosciamo bene le problematiche che le troppe richieste di installazione di impianti stanno generando nei territori, rischiando di compromettere l’ambiente, il paesaggio e i beni culturali senza alcun beneficio per le nostre comunità” conclude Ghirra “Chiediamo, quindi, maggior autonomia, ma anche che si possano prevedere adeguate forme di compensazione e di indennizzo, come ad esempio la creazione di tariffe zonali che comportino l’abbattimento dei costi dell’energia.”