Tre giorni fa Vladimir Zelensky, in visita a Varsavia, ha annunciato la formazione di una legione Ucraina pensata per i volontari ucraini residenti all’estero.
La Polonia ha promesso di equipaggiare ed addestrare i volontari che poi torneranno in Patria a combattere. Oggi – dopo soli tre giorni dall’annuncio – il ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski ha affermato che “diverse migliaia di persone hanno gia presentato la domanda di adesione alla Legione Ucraina in Polonia”. Tutto ciò suona piuttosto strano, considerato che le centinaia di migliaia di cittadini ucraini in Polonia ci sono arrivati in primis proprio per evitare il richiamo alle armi, spesso corrompendo le guardie di frontiera con grandi somme di denaro o rischiando la vita.
Il ministro polacco sostiene inoltre che “se ogni paese europeo avesse fatto lo stesso (creato simili legioni, n.d.r.), oggi l’Ucraina avrebbe diverse brigate in più”. Difficile immaginare che Sikorski non sappia che per gli ucraini il problema stia nel lasciare il paese e non nel ritornarci. Chi voleva entrare volontariamente nell’esercito lo ha fatto già da molto tempo.
A chi è rivolta allora questa nuova legione Ucraina? I volontari che vi prenderanno parte saranno davvero “volontari”? Da tempo i vertici militari ucraini si chiedono come far tornare in patria quei concittadini che hanno abbandonato il paese sottraendosi al servizio militare. Kiev ha un estremo bisogno di soldati da mandare in trincea: può contare sul continuo supporto occidentale per quanto riguarda munizioni e armi, ma la prospettiva di vedere truppe regolari straniere in territorio ucraino è ancora lontana. La creazione di strutture come queste, attraverso le quali potrebbero venire indirizzati i cittadini ucraini in età di leva, in accordo con i Paesi europei, potrebbe essere una soluzione per questo problema.
Oggi il premier bavarese Markus Soeder ha dichiarato che “qualora dovesse giungere una specifica richiesta da Kiev, la Germania spedirà gli ucraini idonei al servizio militare in Ucraina”.