Dall’agroalimentare ai trasporti: cresce il legame tra imprese sarde e mondo delle vacanze.
Oltre 6.500 realtà con 16mila addetti: isola al sesto posto in Italia.
Quasi un quinto delle imprese artigiane della Sardegna, il 19,2%, è coinvolto, direttamente o con l’indotto, nel mercato turistico regionale.
Prodotti delle campagne, cura della persona attività ricreative, culturali e dell’intrattenimento, bar, caffè e pasticcerie, somministrazione di alimenti e bevande, per arrivare ai trasporti, gestione di strutture ricettive e sportive ma anche produzione e vendita di monili, artigianato artistico, abbigliamento e calzature: in campo ci sono 16.337 addetti. La percentuale delle aziende che lavora con le vacanze è cresciuta dal 17,1% del 2013, al 18,4% del 2015, per arrivare al 19,2% di quest’anno. La percentuale rilevata in Sardegna supera del 2,5% la media nazionale del 16,7%. Lo rileva l’elaborazione dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna (fonte UnionCamere-InfoCamere 2024), sull’artigianato interessato dalle attività turistiche nell’isola.
A livello nazionale, la Sardegna occupa la sesta posizione dopo la Sicilia con il 22,2% e la Toscana con il 21,6%. Tra le vecchie province della Sardegna, in testa quella di Cagliari con 2.559 imprese e 5.932 addetti, seguita da Sassari-Gallura con 2.290 imprese con 6.150 addetti, poi Nuoro con 1.350 attività artigiane e 3.308 lavoratori e, infine, Oristano con 398 imprese e 947 addetti.
Il comparto principale è l’agroalimentare che conta 1.567 imprese (23,8% delle imprese artigiane del settore) e produce cibo e bevande, prodotti. Sono 1.482 i ristoranti e pizzerie (22,5%), 446 i bar e le pasticcerie (6,8%): insieme si tratta di 1.928 imprese e del 29,2% del settore.