«Commentando l’invasione ucraina della regione russa di Kursk, Tajani ha dichiarato che le armi italiane ‘non devono’ essere usate in territorio russo: più un auspicio e un messaggio a Kiev che una certezza e una garanzia data agli italiani. Garanzia impossibile da dare visto che l’uso che i militari ucraini fanno delle armi loro fornite non è monitorabile», affermano i capigruppo del M5s delle Commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato: Riccardo Ricciardi, Marco Pellegrini e Bruno Marton.
«Tajani e Crosetto sono in possesso di elementi certi per escludere che, ad esempio, i cingolati M113, i missili antiaerei Stinger e altri pezzi di artiglieria impiegati in questa offensiva non siano quelli forniti dall’Italia? Pretendiamo una risposta chiara su questo, perché agli italiani è stato sempre detto che le armi a Kiev servivano per respingere un’invasione, non per invadere la Russia. Questa massiccia offensiva terrestre condotta in profondità con l’occupazione di decine di villaggi russi e diverse vittime fra i civili, ben diversa dagli attacchi mirati contro obiettivi militari russi oltre confine in funzione difensiva, rischia di innescare un’ulteriore pericolosa escalation del conflitto chiudendo le timide aperture negoziali che si erano finalmente registrate nelle ultime settimane».